La Guida agli Extravergini 2020 di Slow Food Italia è da più di vent’anni un imprescindibile strumento per conoscere, scegliere e trovare i migliori oli della nostra Penisola. Il meglio della produzione italiana di qualità segnalata dai suoi 100 collaboratori, esperti degustatori presenti sul territorio che conoscono le aziende e tutta la filiera che va dall’oliveto alla bottiglia, comprende 580 realtà tra frantoi, aziende agricole e oleifici, con 943 oli recensiti tra gli oltre mille assaggiati, descritti in schede dettagliate e numerose indicazioni sintetizzate da simboli che ne facilitano la lettura: come le novità, la foglia verde – ovvero un olio certificato biologico secondo il Reg. UE 848/2018 – il simbolo dei Presìdi che tutela oliveti antichi, cultivar autoctone e raggruppa produttori che non adoperano fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici – il carrello della spesa per la vendita online e, ovviamente, la chiocciola assegnata ad alcune realtà olivicole per l’interpretazione di valori importanti in linea con la filosofia di Slow Food.


Ma venendo ai dati della campagna 2019-2020 secondo l’ISMEA a metà marzo erano 365mila le tonnellate d’olio di oliva prodotte (il doppio rispetto alla pessima annata 2018). I risultati produttivi dividono perfettamente in due parti la Penisola: al Nord si registrano riduzioni particolarmente significative, che in alcuni casi hanno portato quasi all’azzeramento dei volumi, mentre gli incrementi sono tutti concentrati nelle regioni meridionali, alcune delle quali hanno raddoppiato o triplicato gli scarsi volumi della campagna scorsa. La situazione del Centro Italia, invece, è in chiaroscuro, perché nelle sue regioni l’andamento non è univoco: alle regioni adriatiche che vedono un aumento della produzione di oltre il 50% (Abruzzo, Molise e Marche) rispetto al 2018, si contrappongono i dati negativi di Lazio, Toscana e Umbria che, mediamente registrano una flessione intorno al 25%, dovuta alla ciclicità caratterizzante la produzione olivicola di alcune cultivar oltre che al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera. In Toscana e parte dell’Umbria, inoltre, c’è stato il problema della mosca particolarmente aggressivo: in questa situazione la differenza qualitativa dell’olio l’ha fatta poi il momento della raccolta. I caratteri distintivi della situazione, i premi assegnati e molto altro sono riportati nelle nuova edizione acquistabile su www.slowfoodeditore.it o scrivendo a f.baldereschi@slowfood.it.
Clara Ippolito