UN MONDO DI MENU. LA GRANDE STORIA A TAVOLA

Sono passati vent’anni dalla mostra di menu tenutasi al Castello Sforzesco di Milano, cui tiene dietro ora a Roma, dopo ben quattro lustri, UN MONDO DI MENU: la grande storia a tavola”, la più importante esposizione mai dedicata ai menu storici di tutto il mondo. L’appuntamento è dal 5 al 7 aprile (dalle 10.00 alle 18.00) al Garum – Biblioteca e Museo della Cucina con oltre 400 menu storici e contemporanei, alcuni dei quali perle rare mai rese visibili al pubblico, provenienti dalle maggiori collezioni private d’Italia e non solo. La mostra suggella la collaborazione fra “Menu Associati – associazione internazionale di menu storici” (www.menuassociati.eu) e Garum – Biblioteca e Museo della Cucina della Fondazione Rossano Boscolo Sesillo, cooperazione che la Presidenza della Repubblica ha voluto onorare partecipando all’esposizione con un pannello che ricorda, attraverso i menù, tutti i Presidenti della Repubblica Italiana e i rapporti con le altre Nazioni.

18 pannelli monotematici articolano il percorso della mostra che si chiude con uno aggiuntivo che vuole anticipare l’impegno di Menu Associati e dell’associazione culturale CheftoChefemiliaromagnacuochi a sostegno della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio dell’Unesco. Ad accompagnare l’esposizione, un imponente catalogo (di 464 pagine) strumento di conoscenza imperdibile per professionisti del settore, per gourmet e appassionati curiosi, che sfogliandolo ritroveranno tanti episodi (e piatti!) forse dimenticati o comunque da ricordare. La prefazione del catalogo è a firma del Prof. Alberto Capatti, mentre i testi sono di Maurizio Campiverdi, Franco Chiarini, Giulio Fano, Matteo Ghirighini e Roberto Liberi, tutti soci di Menu Associati.  Molti di questi saranno esposti per la prima volta al mondo, a partire dal più antico menu a stampa conosciuto (1803) fino a menu contemporanei quali quello del Pranzo offerto da Casa Artusi al Presidente Napolitano il 7 gennaio 2011 o quello relativo al viaggio di Papa Francesco a Cuba, per incontrare il patriarca Kirill.  Alla mostra collaborano, quali prestatori o fornendo testi e saggi specifici, tra gli altri, Maurizio Campiverdi, proprietario della più vasta collezione di menu conosciuta e Presidente di Menu Associati, Academia Barilla, Istituto Luigi Sturzo, MAV Fondazione Modena Arti Visive, Casa Artusi, Zeppelin Museum di Friedrichschafene ed, eccezionalmente, ’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica

Nella visione proposta dalla mostra, il menu, oltre che un manufatto spesso di fattura pregevole e artistica nonché testimone oculare della storia della gastronomia, rappresenta un credibile cronista dell’economia, delle scienze sociali e politiche e della quotidianità a sé contemporanee. Difatti i menu esposti, e ampiamente descritti nel catalogo analitico, sono legati a eventi storici e situazioni particolari quali, ad esempio, le celebrazioni per lo Statuto Albertino (1848), la Breccia di Porta Pia, le due Guerre Mondiali, la Colazione offerta dal Presidente Cossiga a Michail Gorbaciov all’indomani della caduta del Muro di Berlino. Così dal primo pranzo di Hitler e Mussolini (1934) a quello di Castro e Kennedy, passando per le celebrazioni del matrimonio di Carlo e Diana o di William e Kate, le incoronazioni di Elisabetta II e dell’ultimo Zar Nicola II, si arriva alle inaugurazioni del Canale di Panama e della Tour Eiffel.

Sono tutti menu stampati su supporti speciali come seta e porcellana, spesso realizzati da grandi artisti come Alphonse Mucha, che celebrano anche le tavole delle grandi Expo, straordinarie occasioni d’incontro e di scambio per i popoli della Terra: da quella al Palace del 1851 fino a Milano 2015, passando per la grande Expo parigina del 1900. Menu che sono, peraltro, anche celebrativi di grandi eventi sportivi, dai primi Tour de France al Touring Club Italiano, dalle Olimpiadi del 1936 al Primo Giro Aereo d’Italia. Insomma, si tratta di una mostra davvero da non perdere, oltretutto ad ingresso gratuito.

Clara Ippolito

www.museodellacucina.com

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Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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