Sono oltre 500 le pagine della guida Bar d’Italia 2026 (€ 9,90), specchio di un cambiamento del settore frutto non solo della capacità di adattarsi al mutato e concorrenziale contesto economico, ma anche di una visione intelligente e anticipatrice dei costumi sociali. Difatti gli esercizi sono ormai polifunzionali, perché cambiano pelle più volte nel corso della giornata, accogliendo colazioni, aperitivi, pranzi veloci, merende o anche eventi serali. Tra grandi classici di riferimento e nuove caffetterie specialty e bakery – che propongono un approccio più slow al bar – fra format flessibili e locali di quartiere reinterpretati in chiave pop, sono spazi del gusto che si rivolgono a clienti sempre più consapevoli, attenti alla sostenibilità, alla filiera e, ovviamente, all’accoglienza. Locali dall’anima antica e dalla filosofia moderna dove sentirsi a casa, nei quali l’identità è un valore e l’offerta – sempre più artigianale – sa valorizzare riti e tradizioni territoriali: questo il ritratto che emerge da questa guida realizzata in collaborazione con illycaffè e curata da Marina Savoia.

Giunta alla sua 26esima edizione vi sono recensiti 1100 bar, con 107 nuovi ingressi ben distribuiti lungo tutto lo Stivale, capofila la Lombardia, seguita da Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Campania e Puglia. La Lombardia, peraltro, è anche la regione con il maggior numero di locali selezionati (160 in questa edizione), cui tengono dietro Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia. 52 le insegne che hanno conquistato il massimo punteggio, le Tre Tazzine (“locale eccellente”) e i Tre Chicchi (“caffè eccellente”), tra le quali si contano 6 novità. 20 le Stelle (simbolo che segnala i locali che per almeno 10 anni consecutivi hanno ottenuto Tre Tazzine e Tre Chicchi), tre in più rispetto allo scorso anno; in aumento anche le Due Stelle (i locali che per almeno 20 anni consecutivi hanno ottenuto il massimo punteggio).

Il premio Illy Bar dell’Anno 2026 è stato assegnato a Mamm Pane, Vino e Cucina di Udine, esempio virtuoso di esercizio capace di esplorare la sostenibilità in modo concreto e autentico in ogni sfaccettatura: dall’approvvigionamento energetico da fonti 100% rinnovabili al focus sulla filiera etica, fino alle politiche anti-spreco e sociali come il reinserimento lavorativo dei detenuti. Il tutto unito a un livello qualitativo altissimo su tutta la linea. D’altronde, per Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile di Gambero Rosso, “il bar non è più solo il luogo del caffè, ma è esperienza ed emozioni, è vita sociale e tempo vero, luoghi dove si respira ancora appartenenza e identità, che raccontano chi siamo e come cambiamo”. Per saperne di più basta sfogliare questo indispensabile vademecum.
Clara Ippolito

