PINETO BRACHETTO D’ACQUI DOCG MARENCO

Cascina e Vigneto Pineto
Cascina e Vigneto Pineto

Il ramo maschile – Michele, il capostipite, con Giuseppe, suo figlio – e quello femminile – Michela, Doretta e Patrizia – si intrecciano in un albero genealogico che descrive una storia centenaria, quella dell’Azienda Marenco, cantina piemontese di Strevi posta in un angolo felice della provincia di Alessandria. I due germani reali in volo del logo rimandano alla Cascina Basile di Fontanile, ma anche a tutti i 100 ettari di vigne, terre benedette dal dio Bacco acquisite nel tempo, coltivate con rara passione e costante attenzione all’agricoltura sostenibile; principi di una fede vitivinicola incrollabile, quella che mi ha sempre raccontato Michela Marenco, una donna come poche ben piantata – al pari delle sue vigne – nella storia della propria terra, produttrice forte di una visione lungimirante e innovativa applicata alla produzione di vini eccellenti.
Una collezione che declina tra l’altro anche vitigni autoctoni rari quali l’Albarossa, varietà di uva sabauda ottenuta dall’incrocio di Chatus (Nebbiolo Drobero) e Barbera, e il Caricalasino, detto anche Barbera Bianca, tipologia quasi estinta e fortunatamente vinificata da quest’azienda illuminata. Una casa vinicola che dà vita a una ventina di etichette notevoli, tra cui il Passri’ Scrapona, un Moscato Passito di rara eleganza, vino prezioso che fa il paio con il Pineto Brachetto D’Acqui Docg, un nettare che ho adorato sin dal primo sorso. Briosamente lieto, è figlio di uve Brachetto 100%, raccolte a mano nella valle Pineto, quella che gli dà il nome. Grappoli che, una volta pigiati, rimangono sulle bucce 2-3 giorni per ottenere il giusto colore; illimpidito, il mosto affina poi in acciaio a 0° quindi, una volta filtrato, la fermentazione alcolica viene bloccata a 6°.

Il Pineto Brachetto
Il Pineto Brachetto D’Acqui Docg Marenco

Questo tanto per dirvi da dove è venuto il mio smodato trasporto per questo vino, dettato non solo da quel suo rosso rubino trasparente e dalla sua spuma serrata, ma anche da quei profumi di rosa e geranio, di frutta rossa (fragoline di bosco e ciliegie), che fanno pendant con un sapore dolce e un’innata freschezza. Virtù che predispongono naturalmente il Pineto a sposarsi con un tiramisù ai frutti di bosco o con una bella fetta di Sacher. Io, però, ho azzardato l’accoppiata con uno Speck di Scottona e devo dire che mi è piaciuto non poco. Ad ogni modo è importante berlo a 8°-10°C, magari ascoltando So Fair Away di Ada Montellanico.

www.marencovini.com

Clara Ippolito

Credits: Marenco Vini

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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