
Nessun aroma artificiale, niente conservanti, coloranti, sciroppi, frutta secca o surgelata, ma il giusto tempo, lavorazione a freddo e materia prima di qualità, fresca, di produzione propria: questo in sintesi è ĿAB, tre lettere scolpite in un logo che rimanda a un unico significato, quello di Liquoreria Abruzzese. Nel nome – in bilico tra significato e significante, fra traduzione letterale e metaforica – ci sono le varie anime di una giovane azienda, allo stesso tempo fucina di idee e laboratorio di ricerca, produzione artigianale e serbatoio della tradizione. Un mix vincente che ha alimentato la passione di Giuseppe Simigliani, ingegnere per studio e sommelier per passione, paladino nella difesa dei retaggi familiari e regionali, audace al punto da intraprendere una personale crociata del gusto, mettendo su una liquoreria che non ti aspetti.

Deus ex machina di una produzione virtuosa di liquori fatti a Ripa Teatina, è riuscito a trasformare la sua passione in lavoro, coronando il proprio sogno in quel ramo della provincia di Chieti che guarda l’incantevole Monte Camicia. Spettacolare cima del Gran Sasso, la cui sagoma è riportata in etichetta, emblema di una realtà nata sotto una buona stella lo scorso aprile con lo scopo di riportare alla luce le ricette originali, creando dei liquori nuovi ma dal carattere fortemente abruzzese. Cosa resa possibile sia dalla tenacia e bravura di Giuseppe sia dal fatto che l’azienda possiede 400 piante di amarene (quelle locali, piccole, scure, profumatissime), un frutteto misto e un vigneto di uve Montepulciano d’Abruzzo.
Certo, la cura certosina profusa nella produzione e lo scrupolo professionale di questo illuminato e giovane imprenditore hanno contato parecchio nella realizzazione delle sei chicche del palato ĿAB. Liquori giocati sull’armonia degli opposti, ossimoro perfettamente calzante per il GENZIANOTTO, prodotto d’esordio, dove l’amaro della genziana convola a giuste nozze con la dolcezza del mosto cotto, ancor più se gustato con prelibatezze di pasta frolla arricchite da uvetta, mandorle e frutta candita. Ma anche basati su equilibri funambolici, come quelli esaltati da ANIMARENA, ratafià regina della tradizione abruzzese, in cui le amarene fresche si “consumano” d’amore per il vino che le abbraccia: chi altri se non il Montepulciano d’Abruzzo. Connubio da cui si genera un nettare superbo, perfetto su una Cheesecake al cacao o con del buon Camembert.

Due cavalli di battaglia della collezione di una maison liquoristica, completata dalla GENZIANA 40 GIORNI, un classico abruzzese (gusto amaro, espressione di una macerazione di radici di genziana nel Pecorino Terre Di Chieti IGP per almeno più di un mese, con successiva aggiunta di un po’ di zucchero di canna e alcool), quindi dalla GENZIANERA, corvina combinazione frutto del matrimonio tra due pilastri del mondo delle radici, dal RATAPESCA e RATAFRAGOLA, vera e buona frutta macerata in Cerausolo d’Abruzzo. Complici le prossime festività, vi auguro di provarle quanto prima.
Clara Ippolito
Credits: ĿAB
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