
Sembrano due personaggi del Decameron: il primo ricorda le gesta ardimentose di un cavaliere errante, mentre il secondo rimanda alla compagnia allegra del suo scudiero. Suggestioni letterarie che riconducono a due vini rossi ciascuno a proprio modo espressione della storia del feudo Usiglian del Vescovo, esistente da ben dieci secoli.
Un angolo felice di Toscana, incastonato come uno smeraldo tra le colline della Valdera, nel comune di Palaia, protagonista di antiche e aspre contese avvenute secoli fa in un territorio che gode della benevolenza di un microclima ideale, cui fa da contrappunto un suolo generoso di fossili marini, sabbie e limo.

Piccolo borgo antico che, dopo alterne vicende, ha continuato a mantenere nel tempo il proprio carattere agricolo insieme alle sue magnifiche strutture, la villa padronale, le cantine storiche e i possedimenti, oggi centosessanta ettari di estensione in tutto. Venticinque dei quali popolati da vitigni come il Petit Verdot, lo Chardonnay, il Viognier, il Sangiovese, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e il Syrah, un drappello di balde uve che concorrono alla produzione artigianale – a filiera totalmente aziendale – di dieci etichette di cui fanno parte a pieno titolo Il Barbiglione e Il Grullaio: l’uno frutto prevalentemente del Syrah con piccoli contributi di Cabernet Sauvignon e Merlot, l’altro figlio di quest’ultima, affiatata coppia e di un tocco di Sangiovese.
Più gagliardo e audace il primo – naturale conseguenza di un affinamento lungo un anno in barrique e tonneaux di primo passaggio oltre che di dodici mesi in bottiglia – il secondo ha una giovanile baldanza, dovuta ai sei mesi trascorsi, dopo la malolattica, in serbatoi di cemento.
Cromaticamente viaggiano entrambi sul filo del rosso, differenziandosi Il Barbiglione su toni profondi e violacei, Il Grullaio su sfumature vivacemente purpuree; tutt’e due odorosi di frutti rossi (mora e mirtillo presenti in entrambi, con note di ribes nel primo e fragoline di bosco nel secondo), arrivano in modi diversi sul palato: più audace e avvolgente il cavaliere armato, fluente e sericeo il fido scudiero.

A tavola si sposano da una parte con secondi di carne, con uno Spezzatino di suino nero dei Nebrodi o con formaggi di rilievo come un Asiago Vecchio, dall’altra con piatti a base di pesce, per esempio dei Paccheri con guazzetto di crostacei o uno Scorfano all’acqua pazza, non senza un’incursione obbligata verso un Coniglio in porchetta.

Peraltro, se ci si ascoltano su due pezzi come The Mariner’s Revenge Song dei The Decemberists e The May Queen di Robert Plant si apprezzano ancor di più; così si dà modo a questo paio di vini Igt, Il Barbiglione Toscana Rosso 2011 e Il Grullaio Costa Toscana Rosso 2015, di raccontare una storia millenaria che continua a essere scritta oggi in cantina e sul mercato da Francesco Lomi ed Efidelio di Sessa.
Clara Ippolito