
Un nome leggiadro per un vitigno a bacca rossa antico e forte, che porta in sé il segno distintivo di vini di un vermiglio audacemente virante verso il viola. Unico autoctono molisano dalle ascendenze borboniche (tinto significa rosso in spagnolo), è un lascito ampelografico dei rapporti commerciali intercorsi nel ‘700 tra il Regno di Napoli e la Spagna.
A lungo confusa con il Bovale, a causa della sua scarsa produttività la Tintilia è stata purtroppo dimenticata per molto tempo tanto da rasentare l’estinzione: conseguenza prevedibile legata a un certo periodo storico della viticultura italiana interessata più alla quantità che alla qualità. Tendenza che l’avrebbe portata, infatti, a essere soppiantata dal più prolifico Montepulciano d’Abruzzo, su cui poi ha avuto se non la meglio di certo una bella rivincita.

E non poteva essere diversamente d’altronde, considerato il suo talento enologico, dimostrato ampiamente dai vini di elevata qualità e grande eleganza che se ne ottengono; virtù che hanno fatto assurgere la Tintilia a emblema della storia vinicola del Molise, come dimostra la produzione di alcune cantine regionali tra cui Vinica, azienda (in conversione biologica) nata nel 2008 con lo scopo di recuperare terre incolte e abbandonate da coltivare secondo i crismi di un’agricoltura sostenibile e naturale.

Intrigante il Lame del Sorbo Tintilia del Molise Doc Vinica 2011, etichetta intitolata agli omonimi terreni di Ripalimosani, in provincia di Campobasso; argillosi e calcarei suoli di oltre ottant’anni, dove i piccoli e spargoli grappoli della Tintilia vengono raccolti rigorosamente a mano per dare un vino in purezza, figlio di una fermentazione spontanea.
La macerazione come l’affinamento – quest’ultimo protratto per due anni – avvengono in acciaio; poi concluso questo periodo, la Tintilia passa in bottiglia per restarvi a riposare 24 mesi.
Quel che ne risulta è un nettare non chiarificato né filtrato con un bel caratterino, vivido nel colore quanto nelle sfumature olfattive che ricordano i lamponi e le ciliegie ma anche le rose fiorite e spezie come il pepe nero.
I raffinati tannini gli conferiscono un piglio aristocratico: 13 gradi e classe da vendere ne fanno un perfetto compagno delle carni, magari un agnello alla cacciatora o una tagliata di manzo alla brace. Ascoltateci su Positively 4th Street di Bob Dylan e sentirete meglio le vibrazioni del gusto.
Clara Ippolito
Credits: Azienda Agricola Vinica