UN ARCOBALENO DI PANI

Viola, rosso, arancione e verde. Queste sono le nuove sfumature del pane estivo, un’idea gustosamente policroma lanciata e realizzata dal Gruppo Giovani Panificatori: panini, sfilatini, pagnotte e filoncini in technicolor a base di carote viola, estratto di pomodoro, curcuma e spinaci, che portano in tavola un arcobaleno di bontà, regalando allegria e benessere ai buongustai grazie alle tonalità tipiche della bella stagione. Totalmente prive di coloranti artificiali, le nuance di crosta e mollica sono solo dovute agli estratti naturali, ricchi di sali minerali, e alle vitamine di ingredienti a forte valenza antiossidante e antinfiammatoria.

Particolare di un pane arcobaleno preparato dal Gruppo Giovani Panificatori
Particolare di un pane arcobaleno preparato dal Gruppo Giovani Panificatori

Dove li hanno sfornati? In Umbria, a Bastardo, in provincia di Perugia, presso lo storico Mulino Farchioni, luogo che accoglie due volte l’anno i panificatori intenzionati a migliorare le conoscenze e le tecniche di lavorazione dell’arte bianca. Capitanato da Pompeo Farchioni e Paolo Montalto, il team di professionisti ha visto all’opera Elio Basciani, Adriano Albanesi, Ivan Mastrone e Mario Maurizi, che hanno trovato un bel modo di riportare all’interno dei forni sapienza, professionalità e abilità per rispondere alle nuove esigenze di mercato senza perdere di vista la tradizione dei pani prodotti con lievito madre e farine poco raffinate.

I protagonisti dell’Alta Scuola di panificazione Farchioni
I protagonisti dell’Alta Scuola di panificazione Farchioni

Non solo belli da vedere ma anche buonissimi da mangiare, i nuovi pani a colori diventano così l’occasione per riscoprire, attraverso il palato, la storia delle realtà rurali, la bellezza di paesaggi fondati sulla memoria della terra e sul lavoro sapiente delle mani degli uomini.

Clara Ippolito

www.ivanilredelpane.itwww.fornomaurizi.it Albanesi il forno delle Meraviglie (su Facebook)

Credits: Mulino Farchioni

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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