La Barbera d’Asti DOCG rappresenta il prodotto di massima espressione identitaria del Monferrato con una quota di export attestata intorno al 50% della produzione. Di facile approccio, se bevuta da giovane, e complessa se affinata, come nel caso della versione Superiore, il valore aggiunto è dato certamente dalla sua estrema versatilità, elemento che suscita l’interesse di fasce di consumo sempre più ampie. Coltivata in 167 comuni, dei quali 116 in provincia di Asti e 51 in provincia di Alessandria, questo straordinario vino occupa un territorio abbastanza vasto che gli conferisce un ventaglio di espressioni e colori assai diversificato.

“Con 13 denominazioni tutelate, oltre 65 milioni di bottiglie e più di 11 mila ettari vitati, il Consorzio rappresenta interamente un territorio variegato come il Monferrato che, in particolare negli ultimi anni, sta diventando un traino decisivo del comprensorio Unesco”, dichiara Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.
“Il futuro della Barbera d’Asti, peraltro, si declina anche, per esempio, nell’apertura al mondo femminile, che dimostra un interesse sempre maggiore; lo attestano alcune acute indagini di mercato, che evidenziano come la Regina dei vini piemontesi stia conquistando il favore delle donne, grazie all’insieme di profumi e armonie di grande carattere e bellezza che sa esprimere”. Non è un caso, infatti, che alla fine di agosto si sia registrato un + 1,22% rispetto al 2019, fotografia di un comparto solido e ben presente sul mercato che ha retto all’urto di questi mesi, mantenendo uno sguardo puntato in avanti.

Ma nel cielo delle denominazioni che compongono il firmamento del Consorzio c’è anche il Marengo, la versione spumante del Piemonte Cortese, una nuova stella che ha impresso nel nome quello benaugurale di una vittoria, quello della battaglia che aprì le porte d’Europa a Napoleone, vittorioso nel 1800 proprio in territorio sabaudo. Etichette e storie, di aziende e di vignaioli, presentate lo scorso mese alla manifestazione astigiana del vino Douja d’Or, la prima organizzata in presenza dopo le restrizioni.
Clara Ippolito
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