ORO DI RUFOLO. TRE IMPRENDITORI, UN’UNICA STORIA

Un’intervista a tre voci, quelle di tre imprenditori che hanno fatto degli ulivi, del territorio e dell’olio di qualità la loro fede. Michele Depalo, Luigi Stallone e Pantaleo Piscitelli portano avanti con passione da più di due lustri l’azienda Oro di Rufolo, un oleificio pugliese, di Giovinazzo, in provincia di Bari, che ha raccolto tanti consensi in patria e non solo. I loro prodotti sono frutto di una terra felice, la Puglia, di una grande competenza e di una dedizione totale.

La vostra azienda si chiama Oro di Rufolo. Da dove viene questo nome?
Abbiamo voluto creare un legame tra passato e presente, dedicando il nome all’antica masseria fortificata Torre Rufolo situata a due passi dalla nostra azienda. Fu costruita nel 1200 dalla famiglia Rufolo di Ravello per produrre olio.

Michele Depalo, Luigi Stallone e Pantaleo Piscitelli

Avete una tradizione e una storia alle spalle. Quando e come comincia la vostra avventura con l’olio?
La terra, gli ulivi e l’olio fanno parte del nostro DNA; si può dire che da piccoli abbiamo ricevuto, usando un termine moderno, l’imprinting che ci ha portato ad amarli in modo incondizionato.
La svolta è avvenuta dieci anni fa quando, ereditati i terreni dei nostri genitori, abbiamo deciso di produrre e confezionare l’olio a marchio Oro di Rufolo per poi chiudere la filiera produttiva costruendo un nostro frantoio.

Qual è la vostra filosofia produttiva?
‘Qualità’ è il nostro mantra. Abbiamo intrapreso la strada della produzione artigianale, consapevoli che le grandi quantità non vanno molto d’accordo con l’alta qualità. I nostri oli devono avere un loro preciso carattere e identità, devono entusiasmare, emozionare, parlare in modo chiaro della loro terra d’origine.

Oro di Rufolo si trova in uno dei distretti produttivi più importanti della Puglia. Com’è andata la campagna olivicola 2020/2021 sul piano climatico, della qualità e della quantità?
Si può definire questa campagna “ballerina”, visto che c’è stato un po’ di tutto. Un clima abbastanza secco, con pochissima pioggia, ha creato problemi di siccità, ma in compenso non ha favorito lo sviluppo del nostro eterno nemico, la mosca olearia; per quanto riguarda la fase di maturazione nei primi periodi della raccolta è stata molto disomogenea. Tenendo presente l’eccezionale campagna dello scorso anno, le quantità prodotte possono rientrare nella media. Con la situazione descritta è stato particolarmente complicato ottenere oli di un certo livello, ma anche quest’anno ci siamo riusciti.

Macchinari per la produzione dell’olio Oro di Rufolo

Come e quanto ha inciso la pandemia sulla domanda dei vostri prodotti?
La chiusura della ristorazione ha inciso negativamente per circa un 30% mentre, escludendo il periodo iniziale della pandemia, ha tenuto abbastanza bene la vendita diretta verso i privati.

È vero che l’intero paese e le famiglie sono coinvolti nella raccolta delle olive?
Certamente. Si può dire a ragione che ogni famiglia di Giovinazzo possiede almeno un pezzo di terra con olivi e, di conseguenza, parenti, amici, oltre ovviamente i lavoratori, sono coinvolti nella raccolta e molitura delle olive.

Ulivi dell’azienda Oro di Rufolo

Avete ottenuto moltissimi riconoscimenti in Italia e non solo, ma il primo premio non si scorda mai.
Verissimo. Fu un misto di incredulità e gioia per L’Orciolo d’Oro assegnato alla Coratina come primo classificato nella categoria intenso. Non possiamo fare a meno di ricordare, però, nell’anno successivo, i due Sol d’Oro per l’Ogliarola e il Don Gaudio che ci hanno letteralmente travolti.

Tra le sei linee di oli, c’è anche il biologico. Da quando e perché avete pensato a una produzione differenziata?
Sui mercati c’è sempre maggiore richiesta di prodotti bio, d’altronde la nostra attenzione verso l’ambiente e la produzione di prodotti esenti da residui è da sempre una nostra priorità, da cui la scelta di convertire gradualmente in bio tutta l’azienda.

Progetti futuri.
Vogliamo seguire con attenzione le innovazioni e ampliare le conoscenze in campo produttivo, con il progetto/desiderio di far diventare il nostro territorio un polo ampiamente riconosciuto nelle produzioni di alta qualità.

Clara Ippolito

www.orodirufolo.it

Credits Azienda Oro di Rufolo

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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