GUIDA ROMA 2018 DEL GAMBERO ROSSO

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Guida Roma 2018 del Gambero Rosso

La Capitale nel piatto secondo la più autorevole voce del settore enogastronomico in Italia: a distanza di un anno torna puntuale il vademecum che decreta quanto di meglio c’è nell’Urbe in fatto di cibo. Presentata all’Osteria Birra del Borgo (che ha preso i Tre Boccali), nelle 288 pagine c’è un po’ di tutto: ristoranti, trattorie, pizzerie, etnici, wine bar, birrerie, bistrot, vegetariani, street food, pasticcerie, enoteche.
E, tanto per dare un po’ di numeri, cosa che non guasta mai, diciamo pure che nella Guida Roma 2018 ci sono 1607 indirizzi dove mangiare, comprare e dormire bene, 234 novità (tra cui la tavola di Oliwer Glowig del Mercato Centrale a Termini), vari premi speciali assegnati, per esempio, alla miglior proposta al bicchiere, al miglior wine bar, al miglior servizio di sala, anche d’albergo.

Una grande attenzione è stata riservata alle ultime edizioni delle formule bistrot (si veda il Caffè Propaganda, che si è guadagnato le prime Tre Cocotte della sua storia), mentre i premi della stampa estera specializzata sono andati a Coromandel, Osteria dell’Orologio, Brusco e la Buona Pasta dal 1976. Nell’Olimpo delle Tre Forchette gli chef pluridecorati di sempre – Heinz Beck, Maurizio e Sandro Serva, Gianfranco Pascucci e Salvatore Tassa – cui si è aggiunto Francesco Apreda, nume tutelare dell’Imago dell’Hotel Hassler.
Cosa buona e giusta dell’edizione di quest’anno sono due pagine in apertura dedicate ai gourmet di passaggio nella Capitale, che trovano due brevi itinerari con dei suggerimenti a portata di metro con tanto di rimando alle pagine interne dei locali segnalati. Incluse delle vere chicche del litorale nord, da Fregene a Civitavecchia. La guida costa 10,00 € e potete trovarla in edicola o in libreria.

Clara Ippolito

Credits: Gambero Rosso

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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