
C’è un localino a Roma (in viale America 13) che è proprio un bijoux del gusto, uno scrigno di sapori (date le dimensioni ridotte) che non ti aspetti: che te ne fa vedere delle belle (interno ipermoderno e versatile, dato che è aperto dalle 11 del mattino all’una di notte) ma, soprattutto, che te ne fa assaggiare delle buone.
Nel nome (abbreviazione vezzeggiativa) è inscritta la sua mission, perché il pane qui è la base su cui poggia un po’ tutto. A cominciare dai Bruscopanì, bruschette free style diversamente condite, per esempio con carciofi, menta e pecorino o anche con baccalà, mortadella grigliata e pistacchi, tanto per citarne un paio e farvi venire l’acquolina in bocca. Leccornìe seguite a ruota dai crostini, degni compagni dei taglieri (di salumi, formaggi, ma anche vegetariani, che di questi tempi non sia mai manchino), affiancati dagli hamburger, un capitolo a parte declinato in maniera inusuale. E non pensate minimamente ai soliti e noti panini americani, bensì immaginate (per poi andare a provarli quanto prima) delle morbide pagnottelle (concedetemi la licenza gastronomica capitolina) farcite con salsiccia, provola affumicata, broccoletti affogati (sbrigatevi che sono sempre più rari) e frittelle di mele; magnifica intuizione come pure la versione ripiena di baccalà panato, cipolla rossa, delicato di gorgonzola e puntarelle, anche queste in via di estinzione, data l’avanzare della bella stagione (perciò affrettatevi!).

Naturalmente ce ne sono altre, che però spetta a voi scoprire (sennò che gusto c’è) insieme ai tanti sfizi, categoria per cui qui non ce n’è per nessuno. Protagonisti assoluti di questo capoverso del menu cartonato black&white i fritti, aerei e croccanti: da urlo il Morso di carbonara (uovo poché con crema di pecorino e guanciale croccante), cui tengono dietro svariate golose crocchette accompagnate da fantasiose salsine. Una menzione d’onore spetta a quella con coda alla vaccinara, salsa di sedano e cacao, commovente tributo alla tradizione giudaico-romanesca.

Va da sé che le materie prime sono di alta qualità oltre che a km 0, così come il fatto che le bevande vengono scelte con cura certosina, si tratti di birre artigianali o di buone bottiglie di vino. A questo punto di certo vi starete chiedendo chi c’è dietro tutto questo ben di Dio. Beh, il braccio, anzi la mano, è quella dello chef Emiliano Giuliano, mentre la mente (e l’anima) sono di Fabiana Biagiotti, sommelier oltre che grande esperta di birra e olio. Andateci e poi mi saprete dire.
Panì Restaurant Roma – Sempre aperto – 06.45509586
Clara Ippolito