METODO CLASSICO BALDETTI, UNA BRIOSA VOLUTTÀ

Il Metodo Classico Baldetti
Il Metodo Classico Baldetti

Il nome Baldetti è sinonimo di Toscana, più precisamente di Cortona, una terra coltivata da tre generazioni di una famiglia totalmente dedita a valorizzare quest’angolo d’Italia. Appoggiato su uno strato preistorico di pietra arenaria, si tratta di un suolo dotato di un equilibrio idro-termico eccezionale supportato – cosa di non poco conto – dall’influenza benevola delle colline circostanti e del Lago Trasimeno.
Viticultori da sempre, è solo dalla fine degli anni ‘60, però, che per i Baldetti la vite diventa il fulcro di una filosofia vitivinicola basata sull’intraprendenza e la lungimiranza, quella di Mario, padre di Alfonso, l’attuale proprietario. A lui si deve il rinnovamento dei vigneti esistenti e la presenza in azienda già in qui tempi di una tecnologia moderna, anche se la vera svolta avviene negli anni ‘70, con l’avvento della Doc Valdichiana Bianco Vergine; occasione che spinge la famiglia a iniziare la produzione in bottiglia, divenendo così leader del settore nella zona.

Con la Doc Cortona, arrivata nel 2000, al progressivo ricambio dei vigneti, farà seguito la costruzione di una nuova cantina: tutto il resto è storia e qualità, binomio alla base dell’ideologia enologica aziendale. Dei vini (una cinquina di belle etichette) si può dire che sono lo specchio dell’approccio dei Baldetti alla terra: gente impegnata, seria e professionale, ma soprattutto appassionata.
Ne è prova provata questo Metodo Classico 2011, un Brut figlio di uve Chardonnay e Grechetto (accoppiata inusuale ma vincente) macerate a freddo sulle bucce e fermentate a 16°C. Elevato “sur lies” per almeno 2 anni, quando lo si versa brilla di luce propria, di quel luccichio aureo del sole rifratto nel perlage stretto e fine. Odoroso di crosta di pane appena sfornato ma anche – di primo acchito – di melone e pesca bianchi, poi arriva pure un che di menta e cioccolato bianco con un accenno di affumicatura. Basta un sorso e se ne sente subito la fresca spigliatezza (va bevuto a 7-8°C), data da una bellissima acidità. Il finale è aperto: io ci ho sentito un che di floreale, come di magnolia. Naturalmente è un aperitivo perfetto, specie se sposato ad antipasti di mare, anche crudi, ma va a braccetto pure con piatti più sapidi, a base di carni bianche, come per esempio un Coniglio in porchetta o un’Anatra farcita.

 

Clara Ippolito

www.baldetti.com

Credits: Azienda Vinicola Baldetti

 

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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