
General manager e founder dell’evento Expo Food and Wine, è una donna che crede profondamente nella sua bella terra. Un’Isola su cui ha scommesso, perché è un territorio che ha molto da dire; come dimostra l’evento che lei stessa ha ideato per dar voce alle eccellenze locali, cercando di farle conoscere e apprezzare anche fuori dai confini siciliani.
Come e quando nasce Expo Food and Wine?
L’idea nasce nel 2014, dopo un’attenta e lunga indagine in cui era emerso che il territorio, purtroppo, non era stato valorizzato nel modo in cui tutti noi siciliani ci aspettavamo. Settori come l’agroalimentare e il turismo, infatti, non erano stati seguiti e curati da chi avrebbe dovuto farlo: perciò, presi la decisione di realizzare un salone enogastronomico in cui le piccole e medie aziende potessero emergere e inserirsi non solo nel proprio territorio, ma anche in quei mercati particolarmente attenti alle produzioni di qualità.

La kermesse oggi è alla sua quarta edizione: la mission di ieri e quella di oggi.
Lo scopo di Expo Food and Wine è sempre stato non solo quello di valorizzare le aziende ma anche di crescere insieme a loro. Abbiamo lavorato sinergicamente e investito sull’internazionalizzazione dei prodotti, sulle modalità di accesso ai mercati esteri, ma anche sul packaging da adottare e tanto altro ancora. Expo Food and Wine è diventato così non un semplice evento fieristico ma una vera piattaforma, sulla quale le aziende possono interfacciarsi con un mercato sempre più globale.
È l’unico evento del Sud Italia dedicato a buyer e distributori esteri: quali le difficoltà incontrate e quali le soddisfazioni?
Le difficoltà sono state, e sono ancora, tante per via della diffidenza da parte delle aziende e dalla visione sbagliata che tanti distributori esteri hanno di noi. Per non dire, naturalmente, dei molti problemi logistici. Nonostante ciò, siamo riusciti a fare la differenza, mostrando ai nostri interlocutori professionalità, trasparenza e competenza. Questa è una delle soddisfazioni più grandi, confermata anche dal fatto che in portfolio abbiamo oltre 700 prodotti.
I cambiamenti significativi dell’organizzazione nel tempo.
Dal 2015, quando la manifestazione si è trasformata in piattaforma distributiva, molte aziende hanno voluto il nostro supporto nei processi di internazionalizzazione. Infatti, oggi siamo una società che offre alle imprese una consulenza a 360°.

Il fulcro tematico di quest’anno sarà “Il tuo territorio, il tuo business”. Expo Food and Wine potrebbe proporsi come modello per comunicare l’eccellenza in regioni, per così dire, “meno intraprendenti”?
Certamente, anzi è una delle nostre ambizioni, perché l’evento è uno strumento in cui le aziende hanno l’occasione di aprirsi e di confrontarsi con target differenti, promuovendo i propri prodotti. Si tratta di un appuntamento che vuole essere la voce di tutte quelle aziende che non credono più nel sistema istituzionale e che come noi, con tanti sacrifici, continuano a credere nel nostro territorio quale fonte di business.
Diamo un po’ di numeri. Quanti espositori, quanti buyer, quanti eventi collaterali ci saranno il prossimo fine settimana?
Dal 17 al 19 novembre prossimi a Radicepura – Giarre saranno presenti più di 40 aziende, 4 delegazioni estere, circa 80 eventi collaterali tra convegni, cooking show e conferenze.
L’internazionalizzazione è tra le novità dell’edizione di quest’anno, che coinvolgerà tutte le aziende partecipanti. In che cosa si tradurrà praticamente?
Significherà avere l’opportunità di accedere direttamente alla nostra piattaforma distributiva in Inghilterra. Inoltre, abbiamo un contratto in esclusiva con un distributore svizzero, il che ci ha offerto il destro per inaugurare, subito dopo l’evento, uno store a Catania.
Clara Ippolito
www.expofoodandwine.com
Credits: EFW