GELATINA AL RHUM

Gelatina al rhum
Gelatina al rhum

“Alla fine del pranzo venne servita la gelatina al rhum”, così scrive Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo Gattopardo. Dolce preferito del Principe e della Principessa, aveva una forma a torrione “appoggiato su bastioni e scarpate, dalle pareti lisce e scivolose impossibili da scalare, presidiate da una guarnigione rossa e verde di ciliegie e pistacchi”. Suggestiva descrizione di un dessert storico, che qui è interpretato da Anna Martano, Prefetto AIGS (Accademia Italiana Gastronomia Storica) Sicilia; è un dolce che nella sua semplicità, essenzialità e leggerezza, è un vero capolavoro della pasticceria siciliana. Fondamentale il rhum, che deve essere – manco a dirlo – di eccellente qualità.

Ingredienti per 10-12 persone

  • 100 g di acqua fredda
  • 100 g di gelatina in fogli
  • 850 g di zucchero
  • 2 l di acqua
  • 15 g di rhum (meglio se bruno, a 70°)
  • ciliegie candite
  • frutta secca
Anna Martano
Anna Martano

Preparazione

Mettete a bagno in acqua fredda la gelatina in fogli; preparate uno sciroppo con lo zucchero versato nei due litri d’acqua. Portate quasi a ebollizione. Aggiungete la gelatina ben strizzata e mescolate con cura affinché si sciolga; lasciate riprendere il bollore, levate dal fuoco e unite il rhum. Versate in uno stampo da budino, lasciate raffreddare e poi tenete in frigo per almeno 6-8 ore. Al momento di servire, rovesciate la gelatina su un adeguato piatto da portata e guarnitela con ciliegie candite e frutta secca.
Seguendo l’esempio di Don Fabrizio, non possiamo esimerci dall’accompagnare questo dessert con un bicchiere di ottimo Marsala Superiore Riserva Oro Dolce: un nettare dagli aromi, notevolmente persistenti, di fichi secchi, miele, mandorle e vaniglia, dolce e vellutato al palato.

Credits: Anna Martano – Horace Di Mauro

 

 

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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