IL PANE DOLCE DEL NATALE CILENTANO. UNA BONTÀ MADE IN SUD

Il packaging del Pane Dolce del Natale Cilentano
Il packaging del Pane Dolce del Natale Cilentano

È proprio vero che le sorprese, anche in fatto di gusto, non finiscono mai. È il caso di questo Pane Dolce del Natale Cilentano che, pur ispirandosi al cult natalizio meneghino, ha un suo carattere ben preciso. Sulla confezione c’è scritto pure Panettone Cilento, perché ormai il modello nazionale è quello, ma le differenze, a partire dall’artigianalità, ci sono e come, considerato il sapore e gli ingredienti che rimandano alla terra in cui è stato pensato e prodotto.
Intanto, per farlo si sono messi insieme un gruppo di produttori virtuosi, tutti appartenenti al territorio cilentano, del Vallo di Diano e degli Alburni: Angela Maggio ci ha messo le uova delle sue galline allevate all’aperto, Marcello Bianco la propria farina di grano tenero, Francescoantonio Cavalieri il miele, la Tenuta Mainardi il moscato secco, Raffaele Angiolillo i pregiati fichi essiccati del Cilento e la Tenuta Chirico il morbido burro di bufala.

Panettone Cilento intero
Panettone Cilento intero

Da questo piccolo esercito di bontà, impegnato in un’impresa lodevole, e non facile vista la saturazione di un mercato che offre panettoni di tutti i tipi e per tutti i gusti, è nato così un prodotto lievitato lentamente per 22 ore, impastato e cotto nel Biscottificio Monti Alburni di Sicignano (in provincia di Salerno), che ha fatto la sua bella parte. E poi c’è l’acqua, quella pura dei Monti Alburni, ingrediente importante quanto gli altri, dono di un territorio ancora incontaminato, e il lievito madre, quid che fa ancor più la differenza.

Rituale la mia degustazione, che è partita come si deve dal packaging del Pane Dolce del Natale Cilentano: un semplice involto di carta paglia, vezzo d’antan e abito sobrio che lo contiene in sé imbustato nella plastica trasparente, ben legato da fili di paglia culminanti in un fiocco e un cartoncino esplicativo.

Super classico l’aspetto cilindrico, stretto e alto, a cupola, senza glassa con qualche uvetta che fa capolino qua è là sulla superficie di un bel dorato profondo; appena aperto, il profumo di forno, di biscotti e pane ben cotto allieta l’olfatto, sensazioni con cui fanno il paio, al taglio, l’odore di una lievitazione ben svolta e di burro buono, così come la vista di un giallo credibile (diffidate dei colori troppo accesi).

Una fetta fragrante del Pane Dolce del Natale Cilentano
Una fetta fragrante del Pane Dolce del Natale Cilentano

Il buon burro ritorna gradito al palato (con una nota di leggerezza dovuta al fatto che è di bufala), dove l’impasto è soffice e filante, ben alveolato, completato dal sapore che felicemente incontra la giusta dose di uvetta e, soprattutto, una generosa quantità di deliziosi fichi secchi, egregi sostituti dei canditi. Una volta assaporato, rimane setoso e di una dolcezza equilibrata, che lascia la bocca pulita con una persistente sensazione di soavità, che porta a volerlo mangiare più e più volte.

Fin qui il mio racconto: a voi ora la scelta di assaggiare questa bontà natalizia made in Sud, acquistabile per il momento – visto che si tratta di una neonata delizia – presso lo spaccio del Parmenide Farm Holiday di Castel Nuovo Cilento (in provincia di Salerno, dove è stato presentato di recente), al Biscottificio Monti Alburni di Sicignano (Sa), ma anche su www.storiedipane.com e www.apicolturacavalieri.com. Buon Natale!

Clara Ippolito

Credits: Pietro Avallone

 

 

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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