ASTI DOCG SECCO. UN NUOVO BRINDISI SOTTO L’ALBERO DI NATALE

L’Asti Docg Dolce, l’Asti Docg Secco e il Moscato d’Asti Docg
L’Asti Docg Dolce, l’Asti Docg Secco e il Moscato d’Asti Docg

Sono come i tre moschettieri di Dumas, veri e propri paladini della tavola delle feste. Prima erano in due, l’Asti Dolce Docg e il Moscato d’Asti Docg, compagni fidati dei dessert, specie di Natale, ora invece sono diventati una triade, in cui ciascuno brilla di luce propria e a modo suo. Come il nuovo arrivato, l’Asti Secco Docg, una tipologia a ridotto contenuto di zuccheri, espressione della stessa uva, il Moscato bianco, pietra miliare dell’enologia sabauda: gioiello viticolo di cinquantadue comuni inscritti nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo, che all’assaggio risulta fascinoso e sensuale, seduttivo al punto giusto e adatto ad accompagnare le più variegate e audaci proposte gastronomiche.

L’Asti Docg Secco a tavola
L’Asti Docg Secco a tavola

Molto glamour la campagna pubblicitaria del Consorzio dell’Asti Docg che ha puntato ad ammaliare con la sua nuova chicca i cosiddetti Millenials: una bella gioventù notoriamente grande estimatrice delle bollicine, di rito durante l’apericena e l’happy hour. Ma l’appeal dell’Asti Secco Docg rapisce anche chi di quella schiera – come me – non fa più parte: merito di una ragguardevole freschezza e bevibilità, caratteristiche che accomunano gli spumanti dei sedici marchi che lo producono. Settecentomila bottiglie frutto dell’esperienza di aziende come Araldica Castelvero, Arione, Agricola Matteo Soria, Bosca, Bosio, Cantina Tre Secoli, Cascina Fonda, Cuvage, Duchessa Lia, ma anche Fontanafredda, Sant’Orsola, Tosti, Manfredi Aldo & C., Santero, Sarotto e Toso.

Bottiglia di Asti Docg Secco Bosio
Bottiglia di Asti Docg Secco Bosio

Io ho assaggiato quello della Cantina Bosio di Santo Stefano Belbo, azienda incastonata nel cuore delle Langhe, fra le colline cantate nelle poesie di Cesare Pavese: un territorio dal suolo argilloso e calcareo, dove crescono tra le altre anche le uve Moscato, da cui nasce l’Asti Secco Docg Bosio; espressione al 100% di questo vitigno, i cui frutti sono stati vinificati senza bucce e fermentate dieci giorni in acciaio a basse temperature.
Dopo aver riposato tre mesi sui propri lieviti, il vino è arrivato nel bicchiere di un bel giallo paglierino, briosamente allegro e con una delicata nota odorosa di frutta e fiori bianchi, che torna pure al palato. Me lo sono gustato ben fresco come aperitivo con del prosciutto di Norcia Igp 24 mesi e un fantastico Asiago Stravecchio Dop, ma va bene anche a tutto pasto con quel che più vi piace. Salute e Buon Natale!

Clara Ippolito

www.astidocg.it   www.bosiovini.it

Credits: Consorzio Asti Docg – Cantina Bosio

 

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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