
Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che ha lui che è nato ad Albaretto della Torre, in provincia di Cuneo: parafraso il celebre incipit di una canzone di Paolo Conte perché si presta perfettamente a descrivere Cesare, il genio della cucina di Langa, titolo di un bel libro omaggio a uno dei nomi che hanno reso famosa la tradizione gastronomica langhetta. Sono frasi che gli calzano a pennello, rendendo vivido il ricordo che ho di lui: quello di un cuoco verace – tanta sostanza e pochi fronzoli – che ho avuto il privilegio di conoscere, quando officiava il rito della tavola a Fontanafredda (dal 2009 al 2010), azienda vinicola di Serralunga d’Alba, già residenza della bela Rosin, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II.
Poi il ritorno fortunato alla sua Albaretto è stato definitivo: d’altronde il luogo d’elezione di quest’ artista dei fornelli è quel suo ristorante di sempre, rimasto chiuso per un po’ (oggi La Botega ‘d Cesare), dove cuoco e pittore lui è stato e sempre sarà. Peraltro, lì sta di casa la sua ispirazione, quella che lega a doppio filo la tavolozza dei suoi colori e dei sapori della sua terra, l’Alta Langa.
Le tele e i piatti, entrambi maneggiati con rara abilità e straordinario trasporto, il suo volto scolpito dal tempo in varie, inconfondibili espressioni, le sue e di nessun altro: tutto questo è ora contenuto dentro un volume, cassaforte di pagine in cui i suoi amici ed estimatori – giornalisti, scrittori, chef e produttori – da Angelo Gaia a Nico Orengo – lo raccontano, disegnandone un ritratto a tutto tondo. Parole lusinghiere e immagini pregevoli, il tutto curato da Luciano Bertello e date alle stampe da Sorì Edizioni (in vendita nelle librerie piemontesi, anche richiedibile all’indirizzo lbertello@virgilio.it), che saranno presentate il 28 settembre al Castello Grinzane Cavour, alle 18.00.
Clara Ippolito