
Il palazzetto in cui si trova (al piano terra) risale al ‘500, ma gli interni sono ispirati a uno stile anni ’50: completa il tutto un dedalo di ambienti diversi adatti ai vari momenti della giornata, tra cui un giardino e una piccola piazzetta.
Più che mai calzante, dunque, il nome Passpartout, parola che è letteralmente una chiave d’accesso a un’offerta nata all’ombra del Cuppolone, nel cuore di Borgo Pio (al civico 50), sotto la guida della signora Venerina. Capitana della famiglia Marchesani, tre generazioni di ristoratori compresi figli e nipoti; due i menu del locale, uno per il giorno – con burger, piatti quotidiani, uova e insalate – e uno per la sera con una selezione che va dagli antipasti ai dolci, dove non manca la tradizione rappresentata da primi e secondi piatti romani. E poi ci sono i taglieri e una selezionata carta dei vini, proposte affiancate dalla cucina alla brace, con pietanze di carne e pesce allo josper, macchina meravigliosa che combina cotture al forno e alla griglia di una materia prima di alta qualità.

Sempre disponibile la carta degli assaggi, i cosiddetti spezzafame, piccole portate con cui fare uno spuntino sia a mezza mattinata sia per un aperitivo: dal Tentacolo di polpo Josper fino al Salmone marinato con arancia, vaniglia e crème fraiche al dragoncello, dal Maialino affumicato alla brace con scalogno caramellato al Fritto di alici alla scapece. Insomma, vale la pena di farci un salto.
Clara Ippolito
Credits: Passpartout