RUM ARCANE EXTRAROMA, THE ART OF PURE FRESH CANE

Bottiglia di Rum Arcane Extraroma
Bottiglia di Rum Arcane Extraroma

Le meravigliose Isole Mauritius sono la patria del rum più pregiato, grazie alla loro origine vulcanica che rende il suolo fertile, ricco di sali minerali, ben drenato da frequenti precipitazioni, molto adatto, quindi, alla produzione della canna da zucchero.
Tra le numerose distillerie che producono rum di altissima qualità, c’è Arcane, proprietà di un piccolo gruppo di appassionati professionisti del settore, convinti che in questo campo si possa ancora essere innovativi. Sotto la guida di uno dei massimi esperti, Thibault de la Fournière, ha preso, infatti, nel tempo forma la loro grande ambizione: riuscire a esprimere e a conservare tutti gli aromi della canna, dalla sua prima freschezza all’opulenza dell’invecchiamento.
Il risultato? È il Rum Arcane Extraroma, uno speciale distillato ambrato, invecchiato 12 anni in fusti di quercia americana, poco tannici perciò non coprenti le note di canna fresca. Vellutato, dalle note complesse, ricche e soavi, ha profumi tropicali combinati con accenti speziati. La sua raffinata magia e la sua cremosità si svelano in bocca insieme alle note di cocco, banana, vaniglia, cioccolato e un finale di bosco.

Etichetta del Rum Arcane Extraroma
Etichetta del Rum Arcane Extraroma

Il modo migliore per apprezzarlo? Sicuramente liscio, servito in baloon di cristallo alla temperatura di 12°/14° o con ghiaccio, ma anche nei cocktail, come il Baltimore Egg Nog, l’Alexander Baby, il Mississipi Punch o il Mai Tai. Distribuito da D&C, questo distillato è il prezioso ingrediente del Maurizio, un drink i cui ingredienti sono 4 cl di Rum Arcane Extraroma, 2 cl di Vermouth rosso, 1 cl di Liquore al maraschino, Scorza di pompelmo, 1 ciliegia al maraschino, 5 gocce di Bitter. Così il gioco della miscelazione è fatto.

 

Clara Ippolito

www.dec.it

Credits: D&C

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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