OSTERIA DELLA BULLONA

Il logo dell’Osteria della Bullona
Il logo dell’Osteria della Bullona

Prende il nome dalla vecchia stazione ferroviaria milanese di Via Piero della Francesca, ormai dismessa dal 2003. Ma all’Osteria della Bullona si può ancora partire, solo però per intraprendere lunghi viaggi culinari. Salendo a bordo, infatti, non si trovano vagoni o scompartimenti ma cinquanta coperti inscritti in un ampio spazio, sobrio ed elegante, luogo di delizie giocate sapientemente in un mix di tradizioni culinarie regionali italiane. Peraltro, la convivialità qui è una condizione indispensabile, come dimostra un grande tavolo “sociale” dove si può fare amicizia con altri ospiti, condividendo lo stupore per i gustosi amuse bouche dello chef Andrea Iacolino: dal classico Polpo con le patate, proposto in versione tortino, al Tris di tartare di pescato o alle Perle di baccalà mantecato soffiate al parmigiano su crema allo yogurt aromatizzata all’aneto e polenta fritta.

Schietta espressione dell’estro del patron che, oltre ai must della cucina milanese, valica i confini del gusto con il Risotto alle fave mantecato al Pecorino romano e con quello alla Barbabietola e crema di Taleggio.
Un menu originale tutto da scoprire e da assaporare non senza la compagnia delle 100 etichette della fornita cantina del locale, che comprende anche una selezione di vini definita degli ‘’Orfanelli’’, bottiglie pregiate limited edition. Stagionalità e materia prima di livello sono il leit motiv dell’Osteria, dal lunch fino alla cena, passando per le serate a tema.

Clara Ippolito

www.osteriadellabullona.com

Credits: Romana Zambon

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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