MAGDALENA RODRIGUEZ, UNA TALENTUOSA BAR LADY

Creativa, dinamica e comunicativa: questo è l’identikit di Magdalena Rodriguez, giovane e bella bar lady in forze al luxury Hotel Vilòn di Roma. Nata in Costa Rica, arriva in Italia nel 2008 per continuare a praticare l’arte della mixology, mettendo al servizio dei palati più esigenti il suo talento nel miscelare spezie ed erbe aromatiche alle sue acque aromatizzate e alle grandi basi alcoliche. Qui si racconta, regalando agli estimatori una delle sue “ricette”.

Vilòn Cocktail Ottobrata roma- Magdalena RodriguezCome e quando ti sei avvicinata al mondo della mixology?
Nel 2006, quando lavoravo al Si Como No Resort & Spa in Costa Rica.

Il primo cocktail preparato non si scorda mai.
Il Margarita e poi il Mojito, me li insegnò Yamila, una cubana che lavorava con me.

Ti sei formata in Costa Rica?
Sì, il mio apprendistato l’ho fatto in Costa Rica ma anche in Italia, lavorando negli alberghi sin dal 2004.

Qual è stato il primo posto dove hai lavorato in Italia?
La mia prima esperienza nel Bel Paese la feci a Lecce: preparavo il Mojito al Kale Cora, un lido di San Foca, sul litorale salentino.

La miscelazione è sempre più donna. Ci sono differenze di genere in questo lavoro?
Non come prima, per fortuna. Peraltro, in America (in tutto il continente) era normale per me vedere donne dietro al bancone; qui in Italia, invece, è un fenomeno iniziato da pochi anni. Non è stato facile, ma fortunatamente ogni giorno siamo sempre di più.

Il Guaro è un liquore chiaro molto alcolico del Costa Rica, estratto dalla canna da zucchero.
È il primo distillato che io abbia mai assaggiato. Fantastico.

Si usa anche nei cocktail?
Certo. Ad esempio, nel Sandita, un dolce shot che bevevamo negli anni Novanta, nel Jaibol – Guaro con Coca o Sprite – nel Guaro Sunrise, nel Chiliguaro, molto popolare in questi ultimi anni. Insomma, è un prodotto molto versatile da miscelare, assai simile alla Cachaça.

Quali sono le basi che più ami usare?
Sarebbe più semplice dire quali non preferisco. Comunque, io amo tutto quello che c’è nella mia dispensa, perché come in cucina ogni ingrediente ha un suo carattere da scoprire e sviluppare. Posso dire solo che per cultura, bilanciare erbe e spezie è la mia specialità.

Come prepari le tue acque aromatizzate?
Sono infusioni a freddo realizzate con acqua gassata che favorisce il rilascio degli oli essenziali degli ingredienti. Questa preparazione l’ho imparata al Rico Tico Bar y Restaurante del Si Como No Resort.

Aperitivo al Longe Bar dell’Hotel Vilòn di Roma
Aperitivo al Longe Bar dell’Hotel Vilòn di Roma

Attualmente sei In Salotto, il Longue Bar dell’Hotel Vilòn, il tuo regno. Quanti drink hai in carta?
Diciotto, più una piccola linea di limonate di stagione dedicate a chi non beve o non può bere. 

Se un cliente si affida a te per la preparazione di un drink come fai a cercare di indovinare i suoi gusti?
Chiedo qual è il suo piatto preferito o il suo dolce, ma anche come si sente in quel momento.

Il tuo cocktail del cuore.
Il Mojito, il mio primo amore.

 

MARY PICKFORD
Il fascino del cinema nel successo di un All Day Cocktail, intitolato alla celebre Gladys Smith, alias Mary Pickford, interprete nei primi anni del ‘900 di numerosi film muti, anche detta “The America’s Sweetheart”. Lo creò un barman che volle celebrarne la sua naturale bellezza e femminilità, usando il rum come emblema di un’epoca e di un’arte che non c’è più.

Ingredienti per 1 cocktail:

  • 60 ml di Light Rum (Ambrato Rum Light Avana 3)
  • 30 ml di Pineapple Juice
  • 2 dash di Maraschino
  • granatina (sciroppo di succo di melograno)

Preparazione del Mary Pickford (metodo shaking, dove gli ingredienti sono raffreddati con ghiaccio).

Il cocktail Mary Pyckford
Il cocktail Mary Pyckford

Mettete tutti gli ingredienti nel cobbler (uno shaker composto di 3 pezzi); shakerate vigorosamente, non forzate troppo per non perdere la schiuma creata scuotendo. Servite in una coppa da champagne vintage preraffreddata, dal bordo dorato, guarnendolo con due gocce di granatina.

Clara Ippolito

www.hotelvilon.com

Credits: Paolo Bottini

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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