RHUM DON PAPA SEVILLANA CASK FINISH LIMITED EDITION

Bottiglia di Rhum Don Papa Cask Finish e il suo bicchiere
Bottiglia di Rhum Don Papa Cask Finish e il suo bicchiere

In edizione limitata, super premium, ispirato al profumo delle arance di Siviglia, il Rhum Don Papa Cask Finish è una miscela di distillati selezionati dal Master Blender che dà vita a un distillato unico nella sua categoria, non filtrato e imbottigliato (Vol. 40%) : in bocca esplode con piacevoli sensazioni olfattive, profumi intensi che richiamano oltre che gli agrumi spagnoli anche la nocciola e la frutta secca.
Lieve l’affumicatura in bocca con una sensazione vellutata, dettata dall’unione di rum che vanno dai 4 ai 12 anni, distillati dalla canna da zucchero, la Noble, quella dell’Isola di Negros, la migliore del mondo, dove viene distillato. La prima parte dell’invecchiamento avviene in botti di rovere americano, seguita da un periodo di tre anni in due diversi tipi di botti spagnole (di sherry Oloroso e andaluse di Vino De Naranja). Frutto della melassa di una delle migliori canne da zucchero, il rhum Don Papa Sevillana Cask Finish viene poi invecchiato in botti di rovere americano per almeno 7 anni.

Rhum Don Papa Cask Finish usato per un cocktail
Rhum Don Papa Cask Finish usato per un cocktail

Presentato in una bottiglia dal design raffinato (da 70 cl francese, tappo di sughero portoghese, etichetta rococò, stampata in Italia di ispirazione, immagine di marca messa a punto dallo studio Stranger & Stranger di New York), il contenitore porta impresso in sé il paesaggio lussureggiante e colorato isolano e l’irriverenza della storia di Papa Isio. L’eroe rivoluzionario coltivatore di canna da zucchero che, liberando la sua terra dalla dominazione spagnola, ha ispirato il nome di questo rhum. Tre le tipologie di invecchiamento del Sevillana Cask Finish: Don Papa di 7 anni, Don Papa 10 anni, Rare Cask e Sherry Cask Finish.

Clara Ippolito

www.donpaparum.com

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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