PANETTONE AL POMODORO TORPEDINO, UNA VERA CHICCA

Il Mastro Fornaio Ferdinando Tammetta con il premio ricevuto al Panettone Day di Milano
Il Mastro Fornaio Ferdinando Tammetta con il premio ricevuto al Panettone Day di Milano

Ormai siamo abituati alle varie declinazioni del dolce per antonomasia del Natale, ma questo Panettone al Pomodoro Torpedino mi ha davvero sorpreso. Prodotto in soli 150 esemplari, interpreta la storia di una terra antica e sapiente, la Piana di Fondi, crocevia di culture e tradizioni contadine che rivivono e prendono forma. Goloso testimone dei nuovi linguaggi del cibo, la ricetta è appannaggio esclusivo del Mastro Fornaio Ferdinando Tammetta, che ha escogitato un modo di legare il nord e il sud d’Italia a tavola, facendo incontrare il dolce tipico meneghino con l’unico pomodoro a marchio del Lazio. Partorito dopo mesi di studio dall’eccentrico panettiere, è un prodotto equilibrato e di carattere, dal gusto originale e vivace. Fondamentale la complicità del laboratorio Chocolart di Itri, al quale è stato affidato il compito di candire il prezioso mini-sanmarzano, qui proposto in una veste insolita e accattivante.

Il Panettone al Pomodoro Torpedino è così espressione di un’operazione che si può definire “glocale” fatta di ricerca, lavoro artigianale e attaccamento alle proprie radici, premiata con il quinto posto raggiunto da Tammetta al Panettone Day di Milano, tra i migliori panettoni artigianali giudicati da una giuria presieduta niente di meno che dal maestro pasticcere Iginio Massari.
Il sapore intrigante dato dal Torpedino candito, fa la differenza insieme alla qualità delle materie prime (farine selezionate, uova, burro e lievito madre), tutte di origine laziale; non di poco conto la passione di Mariano Di Vito, da sempre impegnato nel rendere il pomodoro Torpedino un vessillo del made in Italy nel mondo. Mission affatto impossible anzi, direi, pienamente riuscita.

Clara Ippolito

www.fornotammetta.com

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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