Saranno le marne e le arenarie di origine eocenica, meglio conosciute come “ponca”, caratteristiche delle colline del Friuli Orientale; saranno le uve di Friulano e Ribolla Gialla, i due vitigni bianchi autoctoni per eccellenza, raccolte assieme e poi sottoposte a criomacerazione (a 4° C per circa 36 ore), quindi sofficemente pressate.

Oppure sarà la grande esperienza di una famiglia, che continua ancora oggi una storia vitivinicola iniziata negli anni ’60 e portata avanti da Marco e Massimo Zorzettig insieme alla loro mamma Gabriella.


Di sicuro è tutto questo insieme che rende il Biancosesto Doc La Tunella un grande vino; oltre alla lenta fermentazione e l’affinamento “sur lies” a temperatura controllata con frequenti batonnage in botti grandi (30 hl) di rovere di Slavonia, nonché l’ultimo, giusto riposo concessogli e un altro affinamento in bottiglia.
Di un giallo paglierino luminoso, con eleganti riflessi verdognoli, è un nettare di grande stoffa, elegante nei profumi di piccola pasticceria, corredati dalla vaniglia, da profumi di acacia, mescolati alle vivaci e fresche note di frutta e fiori bianchi. Pieno ma agile e sapido in bocca, ha personalità da vendere come dimostra anche il suo lungo finale che ricorda le caratteristiche tipiche dei suoi vitigni di origine: la leggera mandorla del Friulano e le sensazioni fresche della Ribolla. Va servito a 8-10° C un po’ con quel che vi pare e piace, perché è un vino da tutto pasto, benché sia predestinato all’aperitivo o anche a sposarsi con primi piatti a base di funghi o di pesce e con secondi di molluschi, crostacei e pesci al forno. Io ho bevuto il 2017, che però è esaurito: ad aprile troverete il 2018. Manca poco.
Clara Ippolito