
Una grande chance di riscatto per la Robusta, la seconda specie di caffè più prodotta al mondo dopo la celeberrima e più complessa Arabica. Nel suo nome è inscritto un destino legato alla grande resistenza alle malattie e ai parassiti, all’adattabilità, alla velocità di crescita e alla resistenza al variare delle temperature. Adatta sia alla coltivazione in zone pianeggianti, anche assolate, sia a 800 metri s.l.m., i suoi chicchi bronzei ora grazie a Goppion Caffè fanno parte di una nuova miscela chiamata suggestivamente Hermanos, segno di una fratellanza di gusto che nasce dall’incontro, 50% e 50%, tra l’Arabica Cerrado del Brasile e la Robusta indiana proveniente dalla regione del Karnataka. Il nome scelto per il nuovo blend sottolinea così l’unione tra i due Paesi da cui provengono i chicchi, come ben mostra l’illustrazione ideata da Mimicodesign per il lancio della nuova miscela.
Peraltro, Hermanos Goppion,è anche un omaggio alla torrefazione fondata nel secondo dopoguerra (1948) in Venezuela, a Caracas, dai fratelli Ottorino e Olivo Goppion.


“Abbiamo ideato Hermanos”, spiega Paola Goppion, responsabile marketing e comunicazione della storica torrefazione trevigiana, “per rendere finalmente giustizia al caffè Robusta, spesso percepito come meno buono rispetto all’Arabica, indubbiamente la migliore varietà, benché la Robusta a volte riservi davvero belle soprese, come in questo caso”.
I tostatori dell’azienda hanno scelto un’eccellente Robusta che dà origine a una miscela corposa e persistente, laddove l’Arabica contribuisce con il suo aroma delicato e vellutato, mentre la Robusta rende la tazza forte e aromatica, con una leggera speziatura di fondo.
Il fatto che si tratti dell’uso dei più raffinati caffè Robusta, acquistati in un’isola dell’Indonesia e in alcune zone dell’India, ci invita ad assaggiarlo subito, dando quindi la parola al palato, unico vero giudice del gusto.
Clara Ippolito