Nel nome di questo vino è inscritto il primo strato di roccia sedimentaria del terreno che gli dà i natali, regalandogli una notevole mineralità: si tratta di quell’Arenite già presente a un metro di profondità di alcuni appezzamenti particolari della casa vinicola Baldetti, su cui allignano vigne accarezzate da un microclima regolato dalle colline circostanti e dal Lago Trasimeno, oltre che da una ventilazione continua e costante (siamo tra i 280 e 300 mslm).

Prodotto soltanto nelle annate particolarmente felici da uve Syrah considerate dai Baldetti speciali, i grappoli di Arenite Toscana Igt 2015 sono stati scelti e raccolti a mano con cura certosina, poi diraspati in cantina, dove è seguita una fermentazione alcolica tradizionale e varie tecniche di rimescolamento, con un’alternanza di rimontaggi classici e délestage (svuotamento): due operazioni che in altre parole e in pratica sono quelle che conferiscono un valore aggiunto alla lunga macerazione post-fermentativa sulle bucce. Per non dire dell’effetto rilevante che hanno sull’estrazione dei profumi e dei polifenoli.

Arenite, quindi, dal mese di dicembre successivi alla vendemmia, è rimasto in barrique francesi nuove al 50% per due anni, passando i seguenti sei mesi in cemento, quindi affinando in bottiglia 24 mesi: quasi cinque anni, un tempo che, come fa un artista con la sua scultura, smussa, leviga e cesella un nettare portentoso (14% Vol), che ha carattere ed espressività da vendere; un Syrah in purezza di un rosso profondo, tendente al purpureo. Grande la sua aromaticità che al naso si appalesa con sentori di frutta scura e matura (prugna, mora), pepe nero (caratteristica, quest’ultima, saliente nel vitigno) e vaniglia; ricco di note balsamiche,come di eucalipto, è pieno in bocca, opulento e prodigo di bei tannini. Evocante ricordi fruttati e di fiori, la sua freschezza arriva al centro della bocca accompagnata da una leggera sensazione sapida regalata dalla rocciosa arenite. Il finale è lungo e trasmette tutta la passione dei suoi autori, promettendo a chi lo sorseggia gradevoli sorprese: specie se unito in matrimonio con carni grigliate e selvaggina (angus o chianina che sia oppure con un cinghiale in dolce-forte, ma anche uno spezzatino di capriolo). Va a braccetto con i formaggi, specie se stagionati, cui fa bei complimenti: io l’ho degustato con un Piacentinu Ennese e mi ha lasciata davvero estasiata.
Clara Ippolito