PRESÌDI APERTI. I PRODUTTORI INCONTRANO I VISITATORI

L’occasione per festeggiare il ventennale dei Presìdi Slow Food, che debuttarono al Salone del Gusto del 2000, è davvero ghiotta. All’epoca vennero, infatti, propostial pubblico i primi 100 prodotti da salvare. I protagonisti erano bizzarri e inediti, avevano nomi strani come il Puzzone di Moena e i Cardi Gobbi di Nizza Monferrato, poi c’erano le piccolissime Lenticchie di Ustica, le Mele Rosa dei Sibillini, la Mortadella di Bologna (quella classica) e le Polpettine di Carne dette pitine:
Dietro i banconi si affacciavano i volti ruvidi e spesso timidi di contadini, casari, allevatori non abituati di certo a stare sotto i riflettori.

Friuli Venezia Giulia, Cipolla di Cavasso e della Val Cosa

I loro prodotti, purtroppo, erano scomparsi per via dell’agricoltura industrializzata che li aveva estromessi dal mercato mettendoli in concorrenza con quelli standardizzati, uguali a sé stessi ma facili da trovare nei supermercati; complice l’urbanizzazione che aveva spopolato le campagne italiane, perché le normative iper-igieniste avevano trasformato i laboratori artigiani in locali sterili, uccidendo insieme ai batteri nocivi anche miliardi di microbi innocui e benefici, capaci di donare profumi e sapori.
Fortunatamente oggi i Presìdi Slow Food sono quasi 600 in 78 Paesi del mondo e coinvolgono migliaia di produttori insieme alle loro meraviglie del gusto, ricercatezze finalmente remunerate giustamente, il che ha fatto tornare la passione per la terra ai giovani, dato che la campagna per loro è la promessa di un futuro migliore e sostenibile.

Puglia, Caciocavallo Podolico del Gargano

Peraltro, in questi quattro lustri Slow Food ha usato parole semplici per raccontare la ricchezza delle storie delle donne e degli uomini che testardamente hanno custodito saperi secolari, varietà vegetali, razze animali locali; non solo li ha narrati, ma li ha pure riuniti in associazioni, li ha incoraggiati a darsi dei disciplinari di produzione, ha creato tante occasioni nelle quali proporsi a un pubblico più attento e sensibile, desideroso di fare qualcosa per non perdere il meglio della tradizione alimentare italiana.
La giornata dei Presìdi Aperti – parte della XIII edizione di Terra Madre Salone del Gusto, la più importante manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte – quest’anno si presenta, ovviamente, con un programma rivoluzionato per rispondere all’emergenza della pandemia. L’evento prenderà il via oggi, 8 ottobre,  e durerà per sei mesi, fino ad aprile 2021, proponendo un ricco palinsesto che tocca tutti i nodi della rete Slow Food in 160 Paesi del mondo, coinvolgendo il pubblico in eventi digitali, fisici e diffusi, a partire dalla piattaforma web (www.terramadresalonedelgusto.com).

Salvare il pianeta rispettando la biodiversità

Presìdi Aperti è, inoltre, l’iniziativa con cui Slow Food partecipa alla Green Week europea (dal 19 al 22 ottobre), un momento in cui tutti i Paesi dell’Unione celebrano la biodiversità, confrontandosi sulle strategie da attuare nei prossimi anni per salvare il pianeta.

Clara Ippolito

www.terramadresalonedelgusto.com

Credits Slow Food – Alberto Peroli

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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