LA CARBONARA DELL’HOSTERIA GRAPPOLO D’ORO

Tra i vicoli di Campo dei Fiori c’è l’Hosteria Grappolo D’Oro, un luogo del gusto dove il menu è un tributo quotidiano alla gastronomia romana. Un locale incastonato nel cuore della Capitale, vicino a Piazza Navona, gestito da Edoardo Micozzi, Antonello Magliari, Andrea Liguori, Simone Angelucci e Luca Tenderini,  che da soci condividono la grande passione per la cucina capitolina e il buon vino.

Interno dell’Hosteria Grappolo D’Oro

Un’osteria schietta e rinnovata, che accoglie gli ospiti nel rispetto di tutte le norme sanitarie vigenti all’interno delle sale dai caldi arredi in legno e le originali decorazioni; se è bel tempo, una sosta nel dehor che affaccia su Piazza della Cancelleria permette di degustare l’ apprezzatissima Carbonara en plein air.
Le proposte del menu sono tutte a base di prodotti stagionali e localimaterie prime che fanno capo a piccoli produttori del territorio e ad alcuni Presidi Slow Food: le nuove pietanze messe a punto dallo chef Antonello Magliari, infatti,sono in equilibrio tra ricette e cotture tradizionali con qualche rilettura in chiave moderna per avvicinarsi alle nuove generazioni in punta di forchetta
C’è da scegliere tra il menù alla carta, che dà spazio alla scelta personale del singolo commensale, e il Percorso Romano, una dichiarazione d’amore alla storia gastronomica dell’Urbe con grandi e intramontabili classici.

Le Polpette di Bollito con Salsa Verde dell’Hosteria Grappolo d’Oro

Fra gli antipasti del primo spiccano il Baccalà mantecato con insalatina di carciofi freschi, il Millefoglie di burrata e alici e le Polpette di bollito con salsa verde; la pasta fresca è home-made come dimostrano i Ravioli con i carciofi alla gricia e laLasagna broccoletti e salsiccia, cui fanno eco i primi della tradizione romana per cui si usano i formati secchi del Pastificio Cavalier Cocco. I primi di pesce vedono in pole position la razza (arzilla in romanesco) abbinata al broccolo, come tradizione culinaria giudaico-capitolina comanda: ingredienti poveri che trovano massima espressione nello Spaghettone acqua e farina con arzilla e broccolo romanesco.
Lo spirito tradizionale e godereccio è confermato da secondi come il Baccalà e l’Agnello alla romana, oltre che dalle Polpette al sugo e dal Petto di vitello alla Fornara, il tutto accompagnato da contorni di stagione quali la Misticanza selvatica ripassata(Presidio Slow food ‘’Lago di Giulianello’’ di Cori) o la Verza rossa stufata. I dessert vanno da un classico Tiramisùal più ardito Zabaione al Marsala Vecchio Florio con frutta secca caramellata.

Il logo dell’Hosteria Grappolo D’Oro

Nel Percorso romano sono di rito i tris: a cominciare dalle entrée che comprendono tra l’altro la mitica Panzanella seguita da un primo piatto a scelta fra tre grandi classici romani, quali gli Spaghetti alla Carbonara, i Rigatoni all’amatriciana e i Tonnarelli cacio e PepePer il secondo piatto si può optare tra l’altro per la Guancia brasata al cesanese.
Una selezionata cantina corona degnamente ogni pasto.

LA CARBONARA DELLO CHEF ANTONELLO MAGLIARI

Ingredienti per 4 persone

  • 400 g di spaghetti
  • 6 rossi d’uovo
  • 200 g di guanciale
  • 100 g di pecorino romano
  • pepe q.b.

Preparazione della Carbonara

La Carbonara dello chef Antonello Magliari
La Carbonara dello chef Antonello Magliari

Mettete a bollire l’acqua in una pentola per la cottura della pasta. In una padella, rosolate bene il guanciale tagliato a listarelle, senza aggiungere olio. Togliete il guanciale e aggiungete al grasso di cottura un po’ di acqua della pasta. Scolate nella padella gli spaghetti al dente, aggiungete i rossi delle uova precedentemente sbattuti e una parte del pecorino romano per dare struttura al piatto. Impiattate, spolverando con il restante pecorino romano, una macinata di pepe nero e il guanciale croccante.

Clara Ippolito

www.hosteriagrappolodoro.it



Credits Hosteria Grappolo d’Oro

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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