CON L’APP FIVI I VIGNAIOLI INDIPENDENTI SONO A PORTATA DI CLICK

Si chiama App FIVI l’applicazione ufficiale della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, la prima tra le associazioni di vignaioli in Europa a utilizzare questo strumento di comunicazione e condivisione. L’applicazione apre un canale diretto sul mondo FIVI, dando la possibilità di accedere facilmente al sito e di restare aggiornati sulle news dell’associazione. Viene facilitato così anche l’incontro sul territorio con i Vignaioli: infatti, è possibile fare una ricerca dei soci per ordine alfabetico, per regione o parola chiave, geolocalizzare le cantine FIVI presenti in tutta Italia e avviare il navigatore per raggiungerle, mettendosi in contatto per organizzare visite e degustazioni.

L’App FIVI

“Su 1300 soci FIVI sono stati quasi 800 quelli che hanno aderito all’iniziativa, fornendo informazioni e dati per inserire le loro cantine nell’app”, ha spiegato Rita Babini, consigliere FIVI. “Uno sforzo collettivo volto a offrire maggiori possibilità di contatto con enoappassionati e sostenitori, dopo il rinvio dell’appuntamento di fine novembre con il Mercato dei Vini a causa della pandemia”. L’app FIVI diventa, perciò, uno strumento per rafforzare la rete dei Vignaioli, favorirne le relazioni, sostenendo sempre più l’enoturismo.


Tra le funzioni dell’applicazione ci sono la localizzazione delle cantine più vicine alla propria posizione e la selezione di una lista di quelle preferite; è possibile anche mettersi facilmente in contatto con i Vignaioli e acquistare i loro vini attraverso dei tasti rapidi.
Nella sezione Eventi è, inoltre, inserito il programma delle fiere a cui parteciperà la Federazione con le relative informazioni sugli stand e gli espositori. L’app FIVI è disponibile, in lingua italiana o inglese, per il download gratuito negli store

Apple e Android.

Clara Ippolito

www.fivi.it

Credits Studio Cru

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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