I tre storici cru del Bardolino sono tornati realtà con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestaliche li riconosce come sottozone, permettendo al nuovo disciplinare di produzione della DOC Bardolino di entrare ufficialmente in vigore (12 aprile 2021).
Già note alla fine dell’Ottocento, furono però identificate geomorfologicamente da Giovanni Battista Perez all’inizio del XX secolo nel volume La Provincia di Verona e i suoi vini: alla produzione di queste macro-zone, infatti, erano riconosciute alcune peculiarità organolettiche e qualitative che, però, purtroppo, sfuggirono ai compilatori del disciplinare di produzione del 1968.

“Siamo orgogliosi”, ha commentato Franco Cristoforetti, Presidente del Consorzio di Tutela del Bardolino, “che sia finalmente giunto a conclusione un lungo iter iniziato sei anni fa. Il nuovo disciplinare, che da oggi entra in vigore, punta sulla territorialità e la valorizzare delle diverse caratteristiche dei vini appartenenti alle tre sottozone storiche”: la produzione sarà limitata e di considerevole pregio, anche in termini di longevità, leggerezza e finezza, secondo una visione storica che è tornata di grande attualità”.
L’area di produzione della sottozona Montebaldo (nome derivato dall’omonima catena montuosa, dove le altitudini sono maggiori e il clima è più fresco) comprende i territori comunali di Affi, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda e Rivoli Veronese ed esprime vini odorosi di fragola e chiodi di garofano.

La Rocca, invece, così chiamata dal colle che domina il lago di Garda a nord di Bardolino (comprensiva dei comuni di Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Peschiera del Garda e Torri del Benaco), dà vini in cui si riconoscono note di lampone e di cannella;
Sommacampagna (l’antica Summa Campànea, l’alta campagna assolata che emerge dalla pianura), infine, è la sottozona delle colline a sud-est della denominazione (includente i comuni di Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Sona e Valeggio sul Mincio), che regala vini profumati di ciliegia e pepe nero.
Per i produttori che abbiano rispettato fin dalla scorsa vendemmia le prescrizioni molto stringenti del nuovo disciplinare sarà possibile uscire sul mercato già il prossimo settembre con i primi Bardolino di sottozona dell’annata 2020, dato che il decreto autorizza la retroattività permettendo di usare in etichetta i nomi Montebaldo, La Rocca o Sommacampagna. La menzione sarà più riconoscibile perché avrà una dimensione doppia rispetto a quella del Bardolino, proprio per sottolineare la forte identità dei vini provenienti dai tre cru;
un’ulteriore modifica prevista dal disciplinare, inoltre, dispone che dalla vendemmia 2021 la percentuale massima utilizzabile di uva Corvina salga al 95% (dall’80% in vigore sinora), mentre sono solo 100 i quintali per ettaro di uva ammessa per le sottozone (contro i 120 della “base” del Bardolino).
Clara Ippolito