Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche (Edagricole) è il primo manuale dopo l’emanazione della normativa nazionale (marzo 2019), scritto a quattro mani dal senatore Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini, produttrice e storica fondatrice del Movimento Turismo del Vino: autori che, da prospettive diverse, vivono l’impegno di valorizzare il comparto del vino italiano. Presentato di recente – alla presenza dei Ministri della Cultura, Dario Franceschini, del Turismo, Massimo Garavaglia, e delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli – è un vademecum in cui teoria e concretezza si uniscono, cercando di orientare i territori del vino e le cantine verso un futuro importante, specie nell’ottica di una ripartenza post pandemia.
Nella prima parte del libro si affronta l’inquadramento normativo e concettuale dell’enoturismo, descrivendone la storia e seguendo l’iter che ha portato alla normativa nazionale oggi in vigore e che dovrebbe condurre il settore a sviluppare al meglio le sue eccellenze territoriali. Nella seconda sezione si trovano, invece, tutti i consigli per collocare le cantine tra le wine destination più frequentate, organizzando l’attività secondo i criteri più efficaci.


“Si tratta di un manuale in cui si insegnano i principi e la pratica della wine hospitality, importantissimi per poter trasformare le 25/30.000 cantine italiane aperte al pubblico in propulsori di sviluppo: una sorta di primo mattone di un’enorme costruzione che,nell’auspicio di tutti, userà il vino e le eccellenze agroalimentari per una rinascita più veloce, sostenibile e duratura del nostro Paese”. Così Dario Stefàno, cui fanno eco le parole di Donatella Cinelli Colombini, per cui “puntare sul turismo del vino come locomotore della ripartenza turistica significa dare concreta applicazione agli obiettivi europei Next Generation-Recover; peraltro, l’enoturismo richiede, soprattutto in questo momento, un ampio uso della tecnologia digitale e di conseguenza un netto miglioramento della connettività nelle campagne”. Le prospettive sono, perciò, quelle di un turismo sempre più lento, diffuso e destagionalizzato, in grado di offrire ai giovani un futuro di vita e di lavoro in campagna, avvicinando chi produce agroalimentare a chi lo consuma.
Clara Ippolito