L’America, dopo l’Italia, è la nazione dove nei decenni più si è affermato il fenomeno pizza. Anche per questo la più importante guida di settore, online e fruibile gratuitamente, ha stilato un’apposita classifica in cui, come d’abitudine, sono presenti, dalla prima alla 50esima posizione, le migliori pizzerie d’oltreoceano.


Al primo posto di 50 Top USA 2021 – Prosecco DOC Award, c’è Tony’s Pizza Napoletana, insegna di San Francisco (California) del maestro pizzaiolo Tony Gemignani. Il nome di Napoli, patria della pizza, risuona peraltro nell’intero podio (e non solo): infatti, al secondo posto c’è Una Pizza Napoletana, situata ad Atlantic Highlands, nello stato del New Jersey, dove opera Anthony Mangieri,seguito a ruota da Spacca Napoli Pizzeria di Chicago (Illinois), dove a presiedere il forno è Jonathan Goldsmith. In quarta posizione compare Ribalta, sorta di ambasciata del gusto italiano a New York diretta da Rosario Procino e Pasquale Cozzolino. Al quinto gradino della classifica si è piazzata, invece, la pizzeria di Dan Richer Razza Pizza Artigianale di Jersey City (New Jersey).

E, sebbene le 50 insegne siano distribuite in molti degli stati americani (Hawaii comprese), la maggior parte dei locali è situata lungo le due coste; in particolare, la città più rappresentata è New York, con ben 11 pizzerie presenti nel ranking. La Grande Mela può essere considerata a tutti gli effetti, perciò, la capitale della pizza made in USA. A quota 6 c’è Chicago, altro luogo con una lunga tradizione alle spalle, e poi San Francisco con 5; staccate, con 2, Los Angeles e Portland.
Si tratta di una classifica che è espressione del lungo lavoro degli ispettori di 50 Top Pizza i quali, per un intero anno, hanno esaminato un enorme numero di pizzerie dislocate in tutto il Paese, rispettando sempre la forma dell’anonimato, così come da policy della guida.
Sotto la lente di ingrandimento in primis la qualità dell’impasto e degli ingredienti usati come topping, il servizio, le carte dei vini e delle birre e, in generale, l’insieme delle attenzioni nei confronti del cliente. Laddove, per motivi legati all’emergenza sanitaria, non sia stato possibile visitare il locale in presenza, è stato preso in esame il delivery, anche in questo caso con la regola dell’anonimato. La guida è stata curata da Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere, partner dell’iniziativa il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC.
Clara Ippolito