Sul numero di ottobre della rivista Gambero Rosso è stata presentata la classifica – ottenuta da una degustazione alla cieca – dei migliori Carnaroli, che ha visto sul primo gradino del podio il riso Riserva San Massimo. “Il Carnaroli della Riserva – L’autentico” Riserva San Massimo”, prodotto dall’azienda di Gropello Cairoli (in provincia di Pavia) conosciuta e apprezzata da numerosi chef, ora ha dunque anche al suo attivo il primo posto nella classifica stilata dal Gambero Rosso. Sull’ultimo numero del magazine, interamente dedicato al tema “riso e risotti”, sono stati infatti presentati i trenta migliori risi della famosa varietà a chicco lungo. Il tasting ha portato a stilare una doppia classifica tra ventitré “Carnaroli di cascina” e sette “chicchi da risotto” disponibili nei supermercati.

Cotto semplicemente in acqua senza sale e assaggiato al naturale privo di condimenti, “Il Carnaroli della Riserva – L’autentico” Riserva San Massimo è risultato un vero fuoriclasse a filiera chiusa. Molte le frecce all’arco di questo cereale pavese: la cultivar autentica iperselezionata, la coltivazione a basso impatto ambientale in un’area naturale di oltre 800 ettari all’interno del Parco del Ticino, la pilatura a pietra e la cura estrema di tutti i processi produttivi.

Il risultato è un Carnaroli semplicemente perfetto. Descritto nei minimi particolari dal Gambero Rosso, è un riso dal colore bianco perla, con un aspetto lucente, una forma regolare e nessun difetto. “Ha naso soave e pulito con richiami a cereali, paglia e fieno giovanili che, dopo la cottura di 13-14 minuti, si apre in un bouquet ricco ed evocativo di note vegetali fresche, floreali, lattiche e di frutta secca in guscio, con richiami alla nocciola”, si legge nel giornale. “Il sapore dolce e intenso fa il paio con un profilo aromatico sulle orme dell’olfattiva, arricchito da pane biscottato;: un capolavoro anche la consistenza, soda e insieme fondente fino al cuore del chicco”. Un giudizio più che lusinghiero per cui Maria Antonello, proprietaria di Riserva San Massimo, e il direttore Dino Massignani, non possono che essere assai soddisfatti, perché, come hanno tenuto a dire, “questi riconoscimenti gratificano il lavoro meticoloso che quotidianamente portiamo avanti in Riserva; un impegno che poggia le basi su un grande rispetto per la natura incontaminata che circonda le nostre risaie”. Che dire di più?
Clara Ippolito
riservasanmassimo.net
Credits Riserva San Massimo