KIKKY. QUANDO IL RISOTTO DIVENTA STREET FOOD

Kikky è un nuovo e geniale format che fa diventare il tradizionale risotto un vero street food; nata per creare un inedito cibo da passeggio, veloce e gustoso, l’idea vuole soddisfare le attuali esigenze di una clientela cui piace mangiare bene ma anche sano. Un fast food, insomma, che punta al rispetto della tradizione culinaria proponendo una formula in linea con lo stile di vita contemporaneo, realizzato con un impatto ambientale praticamente pari a zero. Questi gli elementi che caratterizzano Kikky – I numeri 1 del riso, come recita l’insegna, progetto imprenditoriale del gruppo Reting, il cui primo punto vendita si trova a Roma, in zona San Paolo, esordio di una novità assoluta in ambito ristorativo che permetterà di poter ordinare e gustare in soli 4 minuti un autentico risotto all’italiana. Ma vediamo come funziona nello specifico la formula del riso da asporto. Tutto merito dell’innovativo impiego di una moderna tecnologia sviluppata, solo ed esclusivamente per questo format, nel corso di oltre un anno di ricerche per poter preparare in pochi minuti un perfetto risotto partendo da zero.

L’insegna di Kikky

Si tratta di macchine che consentono di sfornare centinaia di piatti ogni ora negli spazi capitolini aperti da poche settimane in via Chiabrera  con la formula del Delivery e del Take Away: 10 coperti al bancone, aperto tutti i giorni a pranzo e cena, il risotto da passeggio viene servito con vaschetta e posate per esser consumato on the road. “Siamo convinti che il risotto possa diventare un’alternativa al mondo del fast food, un’ulteriore opzione tra pizza, hamburger, piadine e cibo etnico; infatti, nel nostro locale il cliente potrà vivere un’esperienza paragonabile all’acquisto della pizza al taglio, grazie a un ricco menu e ai rapidi tempi di preparazione dei piatti”, spiega Enrico Tosco, portavoce del gruppo. L’ambizioso progetto – che prevede l’apertura di numerosi punti vendita su Roma e in tutta Italia noi prossimi anni – poggia la sua proposta gastronomica su un’offerta il cui obiettivo è quello di reinventare i primi piatti della tradizione italiana in versione risotto (tutti preparati con varie tipologie di Carnaroli).

Il risotto da passeggio di Kikky


Nella “carta dei risotti”, che comprende 14 differenti scelte, recita un ruolo da protagonista la Karbonara, un omaggio al grande classico della cucina romana, ma c’è spazio anche per il Risotto allo zafferano, quello ai Funghi porcini, all’Amatriciana e Cacio e Pepe, oltre alle varianti stagionali, dalle gustose Insalate di riso estive all’imperdibile Risotto delle feste con Cotechino e lenticchie. Tutte preparazioni “fatte in casa” con prodotti freschi acquistati da fornitori di zona, che danno vita a ricette messe a punto da un professionista della ristorazione e realizzate con una tecnologia che oltre a consentire di ottenere risotti perfetti permette di ridurre al minimo lo spreco di cibo. Gusto garantito ma anche sostenibilità 100%, dato che il format è plastic free e punta esclusivamente sul bambù compostabile per stoviglie e vaschette, nonché su uno speciale packaging per Delivery e Take Away con bibite vendute esclusivamente in vetro o alluminio. Fiore all’occhiello il riutilizzo degli scarti della lavorazione del riso impiegato per realizzare le vaschette che contengono i piatti pronti. Complimenti e auguri, dunque, a un brand che merita di avere sicuramente un fulgido futuro.

Clara Ippolito

Info: Via Chiabrera 107, Roma tel. 389 5183873

Credits Kikki

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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