VINI D’ABBAZIA

Che l’Italia del vino abbia una lunga e antica storia legata ad abbazie e monasteri (luoghi che hanno salvato e conservato sin dal Medioevo molti vitigni tradizionali) non è una novità. Il fatto inedito è rappresentato, invece, dalla I edizione di Vini d’Abbazia, un evento che ha come scopo quello di raccontare una porzione di storia enologica italiana incarnata dalle badie che hanno preservato varietà di viti a rischio di estinzione. La manifestazione – organizzata da Pro Loco di Sabaudia e Associazione Passione di Vino, in collaborazione con Slowine, Strada del Vino di Latina, Pro Loco di Priverno, con il contributo della Regione Lazio, dell’Arsial, del Comune di Priverno e della Direzione Regionale dei Musei del Lazio – si svolgerà dal 2 al 4 settembre prossimi nello splendido scenario del Borgo di Fossanova a Priverno, in provincia di Latina; una location d’eccezione, che è il più antico esempio d’arte gotico-cistercense in Italia, fondato nel 1208 da monaci provenienti dal monastero di Citeaux in Francia, un luogo fondamentale per la produzione dei blasonati vini di Borgogna.

Il chiostro dell’Abbazia di Fossanova

E proprio al tema “Il vino tra storia e territorio” è dedicato l’incontro che inaugurerà la manifestazione venerdì 2 settembre alle ore 18.00, con la partecipazione di Enrica Onorati, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Marcello Masi, autore e conduttore del programma di Rai1 Linea Verde, Marco Carpineti, presidente Strada del Vino di Latina, e Rocco Tolfa, giornalista del TG2. A seguire verrà aperta la Mostra sui Vini d’Abbazia allestita nell’Auditorium Infermeria dei Conversi, dove verrà raccontata la storia e il legame di ogni cantina presente con le dimore dei monaci. Protagonisti assoluti dell’evento, dunque, monasteri, conventi e abbazie dislocati in tutta la Penisola, a partire dall’Alto Adige, con la presenza dell’Abbazia di Novacella, con quella di Muri-Gries e della Cantina Valle Isarco che cura i vigneti del Monastero di Sabiona, passando per l’Abbazia di Praglia (Monastero Benedettino della provincia di Padova) e quella di Busco del Veneto. Nel novero anche l’Abbazia di Rosazzo del Friuli Venezia Giulia, i cui vigneti millenari sono affidati alla Cantina Livio Felluga; la Toscana sarà rappresentata dalla Badia di Passignano (Abbazia di Vallombrosa), le cui storiche cantine sono in uso da parte della Famiglia Antinori e dal Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano (Massa Carrara), mentre l’Umbria e il suo legame tra vino e religione verrà raccontato dall’Azienda Agricola Arnaldo Caprai e dal  Monastero di Bose, con le uve coltivate nelle terre del Monastero di San Masseo ai piedi del centro storico di Assisi.

Vigneti del Monastero delle Trappiste di Vitorchiano

Ben rappresentato il Lazio, con i vini artigianali del Monastero delle suore Trappiste di Vitorchiano, dall’Abbazia di Valvisciolo di Sermoneta e dai vini prodotti nel territorio pontino con le cantine che aderiscono alla Strada del Vino di Latina (Sant’Andrea, Marco Carpineti, Casale del Giglio, Cincinnato, Pietra Pinta, La Valle dell’Usignolo, Villa Gianna, Donato Giangirolami). In Campania, poi, la Cantina Feudi di San Gregorio ha voluto dedicare uno dei suoi vini più importanti all’Abbazia del Goleto che, fondata nel 1133 a Sant’Angelo dei Lombardi, ha salvato nel Medioevo i vitigni autoctoni campani Greco di Tufo, Fiano e Aglianico; presente anche l’Abbazia di Crapolla di Vico Equense.

La Badia di Passignano

A conferire un respiro internazionale all’evento sarà la partecipazione del gruppo Les Grands Chais de France, con il marchio Francois Martenot, che racconterà lo straordinario patrimonio storico culturale vitivinicolo della Borgogna, con i rinomati vini dell’Hospice de Beaune. Nella Sala del Refettorio dell’Abbazia, venerdì 2 settembre alle ore 20.00, infatti, proprio Cedric Dechelette, della Maison François Martenot, sarà protagonista della master class con degustazione dei vini di Borgogna firmati Hospices de Beaune.

Clara Ippolito

Prevendita e info www.vinidabbazia.com

Credits Vini d’Abbazia

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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