EXTRA. QUANDO L’OLIO DIVENTA ALIMENTO

Inequivocabilmente icastica, la parola serigrafata sulla scura ed elegante bottiglia, conferisce la giusta regalità al suo contenuto. Così isolato Extra, prefisso e superlativo allo stesso tempo, assume una forza che, nella sua essenza verbale, rimanda all’eccezionalità di un prodotto fuori dall’ordinario sconfinante in un’inedita concezione di gusto, estranea al modo comune di intendere la tavola. Nuova etichetta firmata da Pietro Intiniproduttore illuminato noto in tutto il mondo per i suoi straordinari e pluripremiati oli – è l’ennesima, grande sfida nata da tante ricerche e idee innovative, frutto di anni di sperimentazioni e studio. Impegno indefesso che ha condotto a una rivoluzionaria modalità di intendere l’olio extravergine, concepito non più alla stregua di semplice condimento bensì come alimento nutraceutico che dona gusto ai piatti più pregiati e all’organismo il necessario apporto benefico per restare giovani e in salute: un olio, insomma, per cultori, appassionati e palati raffinati.

Decorata in oro zecchino con lavorazioni interamente ecosostenibili, la bottiglia rimanda così, sottintendendola, a una cultivar fuori dal comune, la Cima di Mola, le cui drupe provengono da ulivi secolari di terreni situati in Puglia, tra la cittadina Patrimonio UNESCO Alberobello e la Piana Monumentale degli Ulivi, in una delle zone più prospere e affascinanti del sud Italia. Alberi che eroicamente sono sopravvissuti ai millenni, combattendo la battaglia della sopravvivenza e scongiurando l’estinzione grazie alla loro natura ostinata, che ne rende difficile la raccolta, da farsi rigorosamente a mano, e oneroso il lavoro di cura agricola. Una varietà che è fiore all’occhiello dell’azienda Intini, che l’ha protetta e salvata, da cui si ottiene questo prodotto unico al mondo, prezioso sia per la sua storia sia per le sue caratteristiche, organolettiche e nutrizionali. Possente, amaro e piccante in bocca, Extra è un olio che esibisce con orgoglio i suoi tanti polifenoli, rivelandosi odorosamente intenso e complesso, generoso di sentori di pomodoro, banana acerba e mallo di nocciola, con vaghi richiami di mela verde ed erba falciata sul finale. Assai lungo e persistente, in cucina si sposa al meglio con zuppe di legumi, formaggi stagionati, carni rosse, pesci selvatici e crudi di mare, ma è da provare anche sulle ostriche e la ventresca di tonno. Sorprende l’audace abbinamento con il cioccolato fondente e le creme gelato (alla mandorla o alla vaniglia, ad esempio), così come la sua presenza profusa sotto forma di preziose gocce nei cocktail a base di vodka e gin.

Clara Ippolito

http://www.oliointini.it

Credits Azienda Intini

Autore: dicoppaedicoltello

È tutta colpa del Galateo di Giovanni della Casa, se poi sono diventata una giornalista enogastronomica. Quella tesi di laurea, infatti, mi fece da apripista. Mettiamoci pure, poi, che ho scritto parecchio sul linguaggio della tavola per la Treccani, che ho lavorato per il glorioso Paese Sera, per il Gambero Rosso, Horeca Magazine, Saporie.com, Julienne ed Excellence Magazine. E per non farmi mancare nulla sono stata anche caporedattore di Gusto Magazine e poi direttore di Torte. Insomma, per non farla troppo lunga è un po’ di tempo che parlo di cibo e di vino: da quattro anni anche sulle pagine del magazine italo-tedesco Buongiorno Italia e ora sul mio sito DiCoppa&DiColtello.

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