Il Consorzio Tutela del Pecorino Toscano DOP, il DQA (Dipartimento di Qualità Agroalimentare) ente di certificazione dell’intera filiera, e Farzati Spa, con la sua controllata Farzati Tech, hanno dato vita, in collaborazione con cinque caseifici, a un progetto sperimentale che vede protagonista il Pecorino Toscano DOP. Un passo ulteriore e importante sulla via della tracciabilità in grado di garantire, grazie alla blockchain e ad altre tecniche digitali altamente innovative, la sorveglianza e la qualità di uno dei più importanti formaggi DOP italiani.
Il sistema sviluppato permette, infatti, un controllo continuo e oggettivo che, partendo dal latte utilizzato per la produzione del Pecorino Toscano, monitora l’intero percorso del prodotto, dall’origine alla distribuzione.

Uno strumento altamente tecnologico che rappresenta un’importante evoluzione rispetto ai sistemi digitali già in uso, approdati già da qualche anno nell’ambito delle filiere agroalimentari, complici i bisogni di chiarezza sull’origine dei prodotti da parte dei consumatori, nonché la necessità dei produttori di fornire informazioni, distinguendosi in termini di trasparenza e qualità. Nata nel mondo finanziario, la tecnologia blockchain, peraltro, ha trovato anche nel settore dell’agrifood una sua perfetta applicazione, rappresentando sin da subito un plus in fatto di sicurezza, distribuzione e incontrovertibilità del prodotto, grazie all’utilizzo di informazioni di partenza certe e inequivocabili, fornite in questo caso mediante la bio fingerprint ideata da Farzati S.p.A., un’impronta biochimica resa digitale attraverso l’intelligenza artificiale e rilevata con un dispositivo portatile che traccia e riconosce, tramite la spettrometria a infrarossi vicini Nir, le molecole che compongono il prodotto. In questo modo viene mappato il percorso di tracciabilità, definendone precisamente la sua impronta e la sua origine.

Tale tecnologia, chiamata BluDev®, consente di poter rilasciare il foodpassport® di un qualsiasi prodotto, che così rappresenta la sua stessa etichetta, permettendo al consumatore finale, tramite il suo smartphone, di poter conoscere l’intera storia del prodotto stesso. Un vantaggio considerevole in un settore come quello dell’agroalimentare, dove fenomeni come l’italian sounding o il grey market sono sempre più diffusi e in cui questo strumento consente di ridurre le frodi alimentari e attivare le certificazioni, tant’è che il DQA inserirà tale tecnologia all’interno del Piano dei Controlli del Pecorino Toscano DOP. Da ultimo, proprio sulla base di questo progetto, è già in fase di studio un’etichetta “parlante”, in grado di raccontare l’intera storia del prodotto, dall’origine alla distribuzione.
Clara Ippolito
Credits Consorzio Pecorino Toscano Dop