
Non sempre la parola gelato è sinonimo di genuina bontà. D’altronde è ben noto che la strada del cono e della coppetta è assai impervia, considerato il proliferare negli ultimi anni di prodotti senza patria e senza famiglia. Sarà solo colpa dei semilavorati, delle bustine di coloranti o anche della voglia di farlo facile e di non impegnarsi per dare il meglio alla gente? Tanto – si pensa – comunque è un prodotto che va, specie quando fa caldo. Di sicuro si tratta di un concorso di cause, complici le une delle altre, responsabili di una situazione per colpa della quale troppo a lungo è stata un’impresa trovare un gelato degno di questo nome.
Perciò viva i gelatieri di buona volontà e di grandi capacità come Dario Rossi, che ha fatto dell’arte del freddo una missione, aprendo circa tre lustri fa una gelateria a Frascati, nel cuore dei Castelli Romani. Materie prime biologiche, a km 0 e di altissima qualità: queste le caratteristiche che connotano i suoi gelati gluten free: quelli “classici”, affiancati da una caterva di gusti deliziosamente desueti, ma anche quelli “gastronomici”, con due sezioni senza latte e per vegani.

Alla base delle sue sapide “creazioni” c’è la cultura: quella gastronomica capitolina ma anche la tradizione vinicola castellana, come dimostrano due esempi quali il Gelato alla Panzanella romana e quello di Crema al Passito Cesanese dell’Azienda Vinicola Federici di Zagarolo, il paese dove Dario è nato.
All’inizio di quest’anno al Sigep di Rimini si è meritato il premio “Miglior Gelato Gastronomico d’Italia”, assegnatogli dal Gambero Rosso: tributo dovuto a un maestro gelatiere che da quel primo gelato fatto in casa dai suoi genitori – 100% naturale, realizzato con ingredienti di prima scelta – ne ha fatta di strada.
Clara Ippolito
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